Aldo Mondino

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Mondino ritorna a Bologna dopo l’eccezionale successo della retrospettiva alla Loggetta Lombardesca di Ravenna dello scorso anno, con un doppio progetto espositivo: “The connoisseur ‘s room” e “The passion for Orchids”. Un progetto nato durante la mostra ravennate e maturato attraverso un lavoro di diversi mesi.

Per ”The connoisseur ‘s room” Mondino ha creato in galleria la stanza di un conoscitore di opere d’arte. Una vera e propria istallazione con pareti damascate di tessuto rosso e tanti elementi che la compongono. Oggetti e quadri che riepilogano le serie più celebri dei lavori realizzati negli anni dall’artista, ma soprattutto un’immagine di un mondo pieno di gusto e di ironia. Quadri alle pareti e sculture vivono in simbiosi con alcuni mobili provenienti dalla casa dell’artista.

Una serie di dipinti dedicati a Jack Russell selezionatore degli omonimi cani, sono accostati a degli splendidi gioielli che riproducono alcune sculture realizzate dall’artista nel corso della sua attività. Un microcosmo in cui c’è spazio anche per un dissacrante “cattivo maestro” (ma anche scolaro) che sintetizza, in un “prezioso” ovale, un ibrido tra Toni Negri e Maurizio Cattelan, un calambour visivo. La stanza si rivela un universo popolato di oggetti d’affezione, ma anche una breve ma veridica storia dell’arte di Aldo Mondino.

Alle orchidee è dedicata la sala iniziale della galleria. Questa viene trasformata in una serra, anzi in un luogo in cui le orchidee vengono ammirate e coltivate. Il gioco illusionistico del passaggio tra scultura e pittura prosegue, come sempre nei lavori di Mondino. Tra la pittura e le orchidee in faïance vi è continuità fisica e mentale. L’universo dei fiori più conosciuti al mondo per la loro bellezza e sensualità, si anima di presenze delicate, di trasparenze e di giochi visivi raffinatissimi. Anche questo progetto vive nello spazio per cui è stato pensato, quadri e istallazioni hanno una vita autonoma proprio perché sono stati realizzati per uno spazio comune. Una lunga parete con i ritratti di celebri naturalisti crea contrasto con la poeticità dei fiori, ma rievoca il rapporto tra scienza e natura, tra bisogno di catalogazione e infinita varietà della bellezza, la dialettica tra la ragione dell’arte e quella della scienza.