ALBARRAN CABRERA
Angel Albarrán (n. 1969, Barcellona) e Anna Cabrera (n. 1969, Siviglia) collaborano come fotografi d’arte dal 1996. Una ricca filosofia interiore sulla memoria e l’esperienza – e una curiosità alchemica per la stampa fotografica – guidano la loro pratica estetica. Influenzati da pensatori e artisti sia occidentali che orientali, le loro fotografie mettono in discussione le nostre concezioni di tempo, spazio e identità al fine di stimolare una nuova comprensione della propria esperienza e percezione. Per gli artisti, “essere consapevoli di ciò che ci circonda non è solo una parte importante della vita: ciò che ci circonda e come lo interpretiamo è la vita come la conosciamo”.
La domanda che corre come un filo conduttore per tutto il loro lavoro è come le immagini innescano ricordi individuali nello spettatore. “Siamo particolarmente interessati ai ricordi. Il nostro obiettivo è giocare con i ricordi degli spettatori e costruire una rappresentazione all’interno delle loro menti. Le nostre immagini sono l’ossatura di questa costruzione mentale”.
L’amore di Angel Albarrán per la fotografia è stato ispirato da suo nonno. Falegname di mestiere, il nonno di Albarrán ha creato macchine fotografiche per i fotografi della sua provincia, prima di dedicarsi personalmente all’arte. Anna Cabrera ha scoperto la sua passione all’età di sedici anni, quando suo padre le ha prestato la sua macchina fotografica Voigtländer per un viaggio accademico a Parigi. Dall’inizio della loro collaborazione, gli artisti hanno frequentato laboratori, imparando da maestri come Humberto Rivas e Toni Catany. Hanno approfondito le loro convinzioni personali attraverso il mondo della letteratura e della scienza e grazie a lunghi viaggi nell’Asia orientale e nell’Europa occidentale.
Pur essendo ispirato dalla letteratura, dalla pittura, dal cinema, dalla scienza e dalla filosofia, Albarrán Cabrera utilizzano specificamente il mezzo fotografico per trasmettere la loro visione del mondo:
“Gli spettatori interpretano le fotografie in modo soggettivo, mettendole in relazione con la loro cultura, esperienza e memoria. Ciò significa che, come fotografi, possiamo spiegare argomenti complessi o la relazione tra vari soggetti, senza utilizzare il linguaggio verbale e il suo codice linguistico. Usiamo invece immagini e stampe. Crediamo che la fotografia possa aiutare gli spettatori a comprendere concetti complessi in un modo diverso. Un insieme di immagini crea un’armonia tra la lunghezza d’onda degli spettatori e la nostra. C’è un divario tra la realtà e ciò che intendiamo come reale. E la fotografia (come disse una volta il drammaturgo giapponese Chikamatsu a proposito dell’arte) si trova sulla frontiera tra il reale e l’irreale, il vero e il falso. Quindi, ci aiuta a “vedere” ciò che ci è nascosto”.
Albarrán Cabrera sperimentano senza sosta con una vasta gamma di processi di stampa, come platino, palladio, cianotipia e stampa ai sali d’argento. Mentre spesso colorano le loro stampe in camera oscura con selenio, seppia o tè, gli artisti inventano anche i propri metodi per aggiungere profondità tonale alle loro opere: usano carta gampi fatta a mano con foglia d’oro oppure mica per le loro stampe a pigmenti, che emettono uno splendore simile alla pittura su seta giapponese. Come sottolineano Albarrán Cabrera, “questa vasta gamma di processi e materiali ha un unico scopo: darci molti più parametri rispetto a una semplice immagine per giocare con l’immaginazione dello spettatore. La trama, il colore, la finitura, i toni, persino il bordo di una stampa possono fornire allo spettatore informazioni preziose”.
Le fotografie di Albarrán Cabrera sono state esposte in gallerie e fiere fotografiche in Spagna, Giappone, Svizzera, USA, Belgio, i Paesi Bassi, Francia, Germania, Libano e Italia. Le collezioni private e le istituzioni che ospitano le loro fotografie includono, tra le altre, Hermès, Goetz Collection, The German Bundestag’s Art Collection, Banco de Santander e De Nederlandsche Bank. Hanno prodotto stampe fotografiche anche per istituzioni come Fundació La Pedrera, Barcellona; Fundació Toni Catany, Maiorca; Museo Reina Sofia, Madrid; FotoColectania, Barcellona; l’Archivio Fotografico, Barcellona. Hanno collaborato con editori come Adelphi Edizioni, Mondadori Libri, Penguin Random House, Diogenes Verlag, RM Verlag e Ediciones Atalanta e istituzioni come La Monnaie De Munt – il teatro dell’opera federale del Belgio.
PIER PAOLO CALZOLARI
Bologna, 1943
Calzolari trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Venezia, il cui patrimonio artistico bizantino e la particolare luce lasciano una profonda traccia sulla sensibilità del giovane futuro artista. Nel 1965 torna a Bologna e apre uno studio a Palazzo Bentivoglio, dove realizza i primi lavori di pittura e accoglie mostre di altri artisti, presentando i primi film 8 mm e super 8 di Ari Marcopoulos, Andy Warhol, Jonas Mekas e Mario Schifano e incontra personaggi come Allen Ginsberg, Julian Beck, Luigi Ontani, Raymond Hains e Chet Baker. Nel 1966-67 realizza la prima delle sue opere-performance (Il filtro e benvenuto all’angelo) che coinvolge gli spettatori in una partecipazione diretta dell’opera e che Calzolari stesso definisce una “attivazione dello spazio”, secondo un metodo di lavoro tipico della sua produzione successiva: gli “atti di passione”.Tra il 1967, anno in cui si sposta a Urbino, e il 1972 Calzolari si muove tra Parigi, New York e Berlino e porta a maturazione il suo progetto artistico, stabilendo i parametri del suo vocabolario plastico. In questo periodo Calzolari è accorpato al movimento dell’Arte Povera e il suo scritto La casa ideale, che trova compimento in un gruppo di opere, viene da alcuni considerato uno degli enunciati essenziali di questo movimento. In questi anni realizza un ampio ciclo di lavori con strutture ghiaccianti e neon, come Oroscopo come progetto della mia vita e la serie dei Gesti, in cui la formazione della brina sulle forme, sancita del passaggio del tempo, è indice del processo di trasformazione alchemica della materia. In questo modo gli oggetti e i materiali che l’artista utilizza fin dal 1967 (fuoco, ghiaccio, piombo, stagno, sale, muschio, tabacco) conoscono una seconda vita accanto agli elementi luminosi, ricordo e traccia della lucentezza sublime del marmo veneziano. Nello stesso periodo ricorre, nella dialettica dell’artista, la simbologia dell’infinito, elemento che caratterizza la serie delle Rapsodie inepte. A partire dal 1972, l’artista si concentra sullo studio della pittura in un modo profondamente anticonvenzionale. Preferendo nuovi “supporti”, come la flanella spessa o fogli di cartone incollati sulla tela, l’artista giustappone segni pittorici a oggetti reali, come piccole barche di carta o trenini in movimento lungo percorsi ripetuti all’infinito. La pittura di Calzolari rimane legata spesso al coinvolgimento fisico delle persone: a Berlino ad esempio realizza una serie di lavori-performance raccolti nel libro intitolato Day After Day, a Family Life (come Usura amore e misericordia, work in progress dal 1972 al 1974) opere nelle quali l’artista, sovvertendo ogni formalismo, porta il rituale della quotidianità sul piano dell’esperienza estetica e in rapporto orizzontale con il mondo e con la storia. Il suo percorso, malgrado la prossimità evidente con la produzione coeva degli artisti dell’Arte Povera (in particolare con Mario Merz e Jannis Kounellis), con l’arte concettuale e il minimalismo americano, o anche con Joseph Beuys, è caratterizzato da diversi elementi peculiari: la volontà di saturazione dei sensi prossima alla follia, la modalità di rendere visibili i dati del pensiero astratto e l’essenza delle cose, l’attenzione particolare rivolta alla fragilità di oggetti e materiali. Dal 1973 si muove tra Bologna, Parigi e Milano dove si stabilisce per otto anni continuando la ricerca parallela tra pittura, scultura e performance. Intorno al 1982 lascia Torino per Vienna, dove torna a concentrarsi soprattutto sulla pittura. Dopo un anno e mezzo prende uno studio a Creta, ma qui la luce abbagliante del Sud impedisce ogni realizzazione formale di questa ricerca. Incontra lo stesso problema in Marocco dove realizza tuttavia una serie di disegni di grande formato. Per ritrovare i parametri più idonei al suo lavoro decide di tornare in Italia e, inizialmente, a Venezia, dove sceglie uno studio alla Giudecca. Purtroppo il ritorno di Calzolari nella città della sua infanzia si scontra con una realtà profondamente cambiata, incapace oramai di nutrire la sua curiosità intellettuale. Nel 1984 decide allora, per la sognata qualità della luce, di tornare nel Montefeltro dove vive e lavora tuttora. Nell’arco di questa permanenza nell’urbinate, Calzolari è invitato a partecipare a molteplici residenze all’estero, in particolare in Francia (La Ferme du Buisson, Domaine de Kerguéhennec, Atelier Calder, Le Fresnoy) durante le quali lavora nell’ambito della danza, interessandosi allo studio dei rapporti tra spazio, corpo e tempo, e dando così nuovo sviluppo al suo lavoro performativo. La dimensione estetica di Calzolari – che prende forma attraverso pitture, sculture, testi, registrazioni sonore, video, performance, il coinvolgimento di persone e animali, l’architettura e la luce, e una profonda diversità dei materiali – è di fatto difficile da circoscrivere o da ricomporre in un progetto che è tuttora in atto. “Nessuna considerazione formale – scrive Catherine David – può rendere conto di un’esperienza la cui dimensione è restituita in tutti i suoi stati”. Il percorso di Calzolari disorienta e scoraggia a volte i tentativi di riduzione critica, formale o ideologica. Vive e lavora a Lisbona Portogallo .
Past exhibitions :
Calzolari - Piacentino - Zorio - 2011
Calzolari - Morandi - Parmiggiani - 2014
MARIO CEROLI
Castelfrentano (Chieti), 1938
Conclusi gli studi all'Istituto d'Arte di Roma, nel 1958 vince il premio per la giovane scultura alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma ed espone opere in ceramica alla galleria San Seba-stianello. Rifuggendo quasi subito dai materiali della scultura tradizionale, in una collettiva del 1964 presenta lavori in legno grezzo, del tipo utilizzato per gli imballaggi; fonda così la propria riconoscibilità - su cui interviene con sporadici interventi di colore - effigiando oggetti d'uso quotidiano, Lettere e Numeri, giungendo poi agli stereotipi di figure umane tra il 1964 e il 1965 (in realtà Ceroli aveva creato delle opere costituite da tronchi d'albero con infissi grandi chiodi già alla fine degli anni cinquanta, la serie venne però in gran parte distrutta dall'artista stesso). Ceroli rinnova il linguaggio aulico della scultura, ne destituisce il valore "nobile" elaborando sculture con un recto e un verso, un double-face che nega il tutto tondo ma che giocando sui pieni e sui vuoti conferisce all'immagine un effetto volumetrico tale da contrastare il supporto. Dal 1965 in poi le silhouette si stagliano nel vuoto, vivono all'interno dello spazio, ripetute le une accanto alle altre secondo una coazione a ripetere. Nell'estate del 1966 la Biennale di Venezia gli conferisce un premio per Cassa Sistina, "architettura" praticabile dal pubblico, inaugurando quella stagione dell'arte italiana che sconfina nell'environiment, nel cinema e nello spettacolo (Ceroli svolgerà una intensa attività come scenografo teatrale riscuotendo grandi consensi con il Riccardo III ). Nel periodo in cui soggiorna negli Stati Uniti - esponendo alla Benino Gallery di New York nell'aprile 1967 - Gillo Dorfles redige un'esauriente descrizione delle opere del periodo: "Si veda la Grande Scala, con quelle figure statiche e allucinate, eppure estremamente drammatiche, con il curioso e sconcertante gioco delle ombre scolpite. O si veda la grande composizione del Piper, questo groviglio fitto e insieme aereo di danzatori che, pur nella così elementare sintassi delle silhouette lignee, riesce a evocare il movimento, la frenesia della danza e al tempo stesso a comporre un tutto articolato e pregnante. O La Casa - che ricorda solo alla lontana certe scatole della Nevelson - carica di misteriosi trabocchetti, di invenzioni gustose, e che permette persino allo spettatore un diretto intervento sul gioco di certi profili. Per un breve periodo Ceroli condivide le poetiche dell'Arte povera (figura in due importanti mostre organizzate da Celant: Arte povera e Im/Spazio alla Bertesca di Genova e Arte Povera alla galleria De' Foscherari di Bologna) utilizzando mattoni, gommapiuma, stoffe, stracci, plastica, paglia, foglie secche, reti metalliche, alluminio, acqua, terre. Ceroli si mantiene però fedele al linguaggio degli esordi ritornando ad assemblare silhouette di legno. Nel corso degli anni settanta,_fino ai novanta, "rivisita" opere di Michelangelo, Leonardo, Botticelli, Paolo Uccello, de Chirico, Goya e capolavori quali i Bronzi di Piace, senza per questo rinunciare all'uso di marmi policromi, vetro o bronzo. Ceroli compie un ritorno alle origini del fare, alle grandi matrici storiche che sono il punto di partenza della sua ricerca, non foss'altro perché nel lontano 1957 un viaggio ad Assisi gli rivelò l'arte di Giotto, "la sua pittura che da un'illusione di profondità, le sue figure schiacciate e compresse, come ritagliate nello spazio", esperienza riconosciuta determinante per lo sviluppo delle sue sagome in legno
Ha realizzato numerose istallazioni monumentali: "Piazzetta dell’Orientale", 1972 e "Teatro", 1989 a Portorotondo, "Squilibrio", nella Sala Voli Internazionali dell’Aeroporto di Fiumicino, 1986; "Cavallo alato", Centro Direzionale RAI di Saxa Rubra, Roma, e "Squilibrio" a Vinci, ambedue 1987; "Goal-Italia’90", Foro Italico, Roma, 1990, "Silenzio: Ascoltate!”, Fortezza da Bass, Firenze, 2007.
Ha curato l'arredo della chiesa di Porto Rotondo (1975) e di quella di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca, a Roma, nel 1988 e quella del Centro Direzionale di Napoli (1990).
Vìve e lavora a Roma.
Past exhibitions :
Mario Ceroli - 1970
Geomanzia - 1972
Le Idee direttrici - 1973
LUIGI GHIRRI
Scandiano 1943 - Roncocesi 1992
Tra gli autori più importanti e influenti nel panorama della fotografia contemporanea, inizia il suo lavoro nel 1970 sulla base di un approccio maturato all'interno dell'arte concettuale e le sue ricerche lo portano ben presto a essere noto sulla scena internazionale. Nel 1975 è tra le "Discoveries" del Photography Kardi «Timc-Life» e partecipa all'esposizione Photography as Ari di Kassel. Nel 1982 è invitato alla Photokina di Colonia dove, nell'ambito della mostra Photographie 1922-1982, viene presentato come uno dei venti fotografi più significativi del XX secolo. Già verso la fine degli anni Settanta all'attività espositiva sempre più intensa inizia ad affiancare l'idea di un importante lavoro di promozione culturale, con la messa a punto di progetti editoriali sviluppati all'interno della casa editrice Punto e Virgola fondata insieme a Paola Borgonzoni e Giovanni Chiaramente (1978-1980) e quindi con l'organizzazione di mostre come Iconocittà (1980), Viario in Italia (1984), Esplorazioni sulla Via Emilia (1986) che lo vedono al centro di un animato dibattito. Sulla base di committenze pubbliche e private si esprime dunque lungo gli anni Ottanta come interprete dell'architettura e del paesaggio italiano, offrendo tra l'altrò il suo sguardo alle realizzazioni di alcuni importanti architetti. Nel 1985 Aldo Rossi lo invita a lavorare per la sezione architettura della Biennale di Venezia e nel 1988 cura la sezione fotografia della Triennale di Milano.La sua lunga e profonda riflessione sul tema del paesaggio culmina quindi sul finire degli anni Ottanta con la realizzazione dei volumi Paesaggio italiano e II profilo delle nuvole, entrambi del 1989. Assai numerose sono oggi le pubblicazioni dedicate alla sua opera I suoi lavori sono conservati presso varie realtà museali nel mondo tra cui: Stedelijk Museum. (Amsterdam), Musée-Chàteau (Annecy), Musée de la Photoghaphie Réattu (Arlcs), Polaroid Collection (Cambridge, Massachussets), Musée Nicéphore Niépce (Claon-su-Saone), Museum of Fine Arts (Houston), Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo, Milano), Archivio dello Spazio - Amministrazione Provinciale (Milano), Galleria Civica (Modena), Canadian Centre for Architecture - (Montreal), Museum of Modern Art (New York), Cabinet des Estampes - Biblioteque Nationaie (Paris), Fond National d'Are Contemporain (Paris), Collection Fnac (Paris), Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Parma), Biblioteca Panizzi - Fototeca (Reggio Emilia), Palazzo Braschi - Archivio Fonografico Comunale (Roma).
Past exhibitions:
MARCELLO JORI
Merano, 1951
Arriva a Bologna agli inizi degli anni ’70 e, contrario a una preparazione di tipo accademico, sceglie di concludere gli studi classici alla facoltà di Storia dell’arte, dove incontra Renato Barilli che nel 1977 sarà il curatore della sua prima mostra fotografica alla Galleria De’ Foscherari di Bologna. Da subito inizia il suo lavoro chirurgico sul corpo e l’anima dell’artista, sulla sua opera. L’artista scomparso e l’artista vivente. Pratica che non abbandonerà mai e che lo condurrà a servirsi della fotografia, della pittura e della scrittura come di materia ugualmente necessaria alla costruzione di un mondo così complesso come quello che oggi lo rappresenta.
Fra i protagonisti della scena artistica italiana, partecipa a tre Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d’Arte Moderna Roma, Studio Morra e Galleria Trisorio Napoli, Studio Marconi Milano, De’ Foscherari Bologna, Corraini Mantova, Galleria Civica d’Arte Contemporanea Trento, Castel Sant’Elmo Napoli, Galleria d’Arte Moderna Bologna, Hayward Gallery Londra, Kunstverein Francoforte, Holly Solomon New York.
Fin dall’inizio della sua attività, persegue un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell’eclettismo contemporaneo.
Negli anni ’80 è tra i fondatori del Nuovo Fumetto Italiano. Pubblica in Italia per Linus, Alter e Frigidaire, in Francia per Albin Michel su L'Echo des Savanes. Collabora anche con le riviste Vogue e Vanity. Dal 1992 al 1998 disegna in esclusiva per la casa editrice giapponese Kodansha.
Nel 1996 pubblica il libro La Città Meravigliosa degli artisti straordinari con testi di Stefano Benni e Alessandro Mendini, accompagnato da una mostra al Palazzo comunale di Siena, dove ha inizio la costruzione concettuale e pittorica di una città destinata a ospitare e celebrare abitanti speciali: gli artisti originali destinati all’immortalità. Artisti ritratti dal vero e circondati di edifici a misura dei loro corpi.
Negli anni Duemila, pubblica Nonna Picassa, un romanzo per Mondadori e compie utili perlustrazioni in nuovi ambiti della creatività che gli servono a comprendere altri livelli di comunicazione artistica come ad esempio quelli della musica di massa: il Rock. L’esperienza lo porta a realizzare per Vasco Rossi la scenografia di Rock sotto l'assedio, concerto tenutosi allo stadio San Siro di Milano: una città dipinta di 20 metri per 70.
Nel 2000 tiene una personale al Museo d’Arte Moderna di Bologna a cura di Danilo Eccher, nella quale viene riproposta l’opera fotografica degli anni ’70.
A Milano nel 2003, alla galleria Emi Fontana, presenta per la prima volta le Predicazioni, libri opera scritti e illustrati a mano dall’artista in copia unica. Per riportare in vita artisti leggendari, inventa un nuovo modo di raccontare in forma di ‘predicazione’. Un testo accompagnato da illustrazioni, pensato per essere letto ad alta voce. Sarà Jori stesso a farlo, al MAMbo di Bologna e al Macro di Roma.
Nel 2007, il fumetto che l’artista aveva abbandonato si ripresenta in nuove forme nella collaborazione con l’azienda Alessi, che ha inizio con la serie intitolata Figure.
Così come la pittura trova nuova espressione nella collaborazione con l’azienda Moroso. Nel 2010 viene presentato al Salone del mobile di Milano il suo primo lavoro per Moroso: Alì Babà, il tavolo del tesoro.
Nel 2010 espone alla galleria Giorgio Persano a Torino e ricomincia la collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano, dove nel gennaio 2011 tiene l’ultima mostra personale intitolata “Gli Albi dell’Avventura”.
Nel 2011 produce una serie di opere per Diego Della Valle, nelle quali interpreta alcuni tra i più celebri monumenti del mondo, presentati a Parigi all’ambasciata italiana.
Nel 2012 comincia la collaborazione con Il Corriere della Sera per il quale realizza tre copertine.
L’artista vive e lavora tra Bologna, Milano e Merano.
Past exhibitions :
Marcello Jori - 1977
Marcello Jori - 1982
Il talismano - 1984
Cristalli d'oro - 1993
La città meravigliosa - 1997
Ti adoro - 2003
SOPHIE KO
Sophie Ko (Tbilisi, 1981) Vive e lavora a Milano.
L’artista pone al centro dei suoi lavori la questione del tempo istituendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati – per lo più ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri – e le immagini create. Il mutamento e l’instabilità dei materiali in relazione allo scorrere del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica.
Una componente essenziale delle Geografie temporali è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. La gravità spinge la cenere a cadere, la fa precipitare e in questo senso, dunque, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio.
Il tempo della Geografia temporale come quello elargito da una clessidra non è solo il tempo della fine e della distruzione. La clessidra si svuota con il cadere della polvere, il tempo passa inesorabile; ma come cresce la sabbia sul fondo dell’ampolla inferiore, così la vita prende forma nel suo scorrere, nel suo rapportarsi alle forze naturali.
Le Geografie temporali intendono mettere in scena questo rapporto tra tempo e immagine fato di peso, di pressione, di gravità e di distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita rispetto alla macina del tempo. Le immagini non solo subiscono il tempo, ma segnano un tempo, gli danno forma, lo portano alla visibilità, lo riempiono di senso, gli danno vita.
Le Geografie temporali possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali .
Immagini e tempo
Le Geografie temporali nascono da una domanda in immagine sul tempo. Da sempre le immagini sono concepite nelle culture occidentali come una via privilegiata di accesso al tempo. Le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni; le immagini scompaiono, ritornano nel tempo e al tempo sopravvivono. Le immagini portano con sé anche un proprio tempo, con modalità diverse: le immagini parlano del tempo che vivono, ci mostrano la loro scomparsa, la loro coriacea resistenza o addirittura una gloriosa rinascenza alla furia distruttiva della storia.
Dove l’immagine brucia le ceneri
Georges Didi-Huberman invita a guardare le immagini del passato impegnandoci a sentire dove questa immagine ancora «brucia». Sentire dove l’immagine brucia, significa tentare di entrare in contato con il tempo dell’immagine, al di là della linea cronologica in cui siamo inseriti, al di là del tempo che è o non è passato, al di là del tempo delle parole che servono a definirla. Come si può sentire dove ancora l’immagine «brucia»? Scrive Didi-Huberman: «per sentirlo, bisogna osare, bisogna avvicinare il proprio viso alla cenere. E soffiare dolcemente perché labrace, al di sotto, ricominci a sprigionare il suo calore, il suo bagliore, il suo pericolo. Come se, dall’immagine grigia, s’elevasse una voce: “non vedi che brucio?”».
Proprio questo bruciare di cui parla Didi-Huberman è al centro Geografie temporali, la cui materia è ceneri di immagini bruciate degli antichi maestri, che non sono più solo semplici resti di immagini, ma tornano a rivivere come immagine. Nelle Geografie temporali il fuoco appare allo stesso tempo come forza distruttiva e come testimonianza della capacità di resistenza che l’immagine mostra ben oltre la sua dimensione di traccia. Così una Geografia temporale è un’immagine allo stesso tempo vecchia e nuova, fatta di mobili resti di altre immagini e nuove forme mutevoli. La cenere delle immagini bruciate è la fine dell’immagine, traccia di vecchie immagini, ma è anche un nuovo inizio; la materia di cui è fata l’immagine è sia il residuo di immagini passate, che il ritorno di un’immagine in una nuova forma. Come scrive Didi-Huberman in merito al concetto di «sopravvivenza delle immagini», l’immagine «brucia della memoria, vale a dire che essa brucia ancora, anche quando non è più che cenere: come a dire la sua essenziale vocazione alla sopravvivenza». Nelle Geografie temporali l’immagine continua a bruciare non solo come senso delle immagini scomparse, ma anche come figura che trae vita dalle spoglie di ciò che è distrutto. Il bruciare delle immagini è ciò che porta con sé la vita passata nel presente, è il crescere della vita che resiste alle forze distruttive del tempo.
Forza di gravità
Una componente essenziale delle Geografie temporali è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. La gravità spinge la cenere a cadere, la fa precipitare e in questo senso, dunque, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio.
Il tempo che segna una Geografia temporale è il tempo della distruzione, dell’esaurirsi della vita: per questa ragione si spiega la presenza della clessidra in ogni Vanitas, nei Momento Mori ed è legata alla nascita del genere Natura morta.
Ma il tempo della Geografia temporale come quello elargito da una clessidra non è solo il tempo della fine e della distruzione. Ernst Jünger nel Libro dell’orologio a polvere ha osservato che le atmosfere e le costellazioni di immagini a cui la clessidra rimanda sono duplici: da un lato l’orologio a polvere indica l’inesorabile finire della vita, è il simbolo del precipitare verso la fine di tute le cose terrene; dall’altro l’orologio a polvere concede all’uomo il tempo della meditazione, della profondità, dell’arte, dell’ozio. La clessidra si svuota con il cadere della polvere, il tempo passa inesorabile; ma come cresce la sabbia sul fondo dell’ampolla inferiore, così la vita prende forma nel suo scorrere, nel suo rapportarsi alle forze naturali.
Le Geografie temporali intendono mettere in scena questo rapporto tra tempo e immagine fato di peso, di pressione, di gravità e di distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita rispetto alla macina del tempo. Le immagini non solo subiscono il tempo, ma segnano un tempo, gli danno forma, lo portano alla visibilità, lo riempiono di senso, gli danno vita. Le Geografie temporali possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali del rapporto dialettico che intratteniamo con il tempo.
I pigmenti puri e le insorgenze delle immagini
La materia di altre Geografie temporali è pigmento puro: questi lavori acquisiscono una valenza simbolica di immagini a venire, rinviando appunto alle rinascenze, all’immagine pittorica come forma di anticipazione di senso. Si pensi, per esempio, ai marmi dipinti della tradizione pittorica rinascimentale: non sono una semplice mimesi dei marmi concreti, ma traggono vita molto più radicalmente da una pura volontà di figurazione. Il significato del mio tentativo di entrare in rapporto con le immagini del Rinascimento è da individuare ancora una volta nella temporalità specifica di quelle immagini, che non può essere ricondotta né a modelli predefiniti, né a una successione lineare del tempo. Nella vita delle immagini non si dà né una genesi né una scansione in cicli di nascita e di morte. Quello delle immagini è un tempo poroso che si manifesta per sopravvivenze, rimanenze, «ritornanze» delle forme, sicché le immagini del passato sono sempre pronte a insorgere nel presente.
SELECTED SOLO SHOW
2021
Il resto della terra - Galleria de’ Foscherari- Bologna
The Shape of Gold 9/12 Sophie Ko ,Metaxu, a cura di Melania Rossi Buildingbox - Milano
2020
Atti di resistenza, in Materie, spazi visioni, Building Gallery, Milano
2019
Geografie temporali, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia,
2018
Sporgersi nella notte, testi di Marina Dacci e Maurizio Guerri, Renata Fabbri arte contemporanea, Milano
Sporgersi nella notte. Atto uno, San Martino, testo di Luigi Gaspare Marcone, The Open Box, Milano
2016
Terra. Geografie temporali, con un testo di Federico Ferrari Materialismo estatico, Galleria de’Foscherari, Bologna, Italia
2015
Silva Imaginum, a cura di Federico Ferrari, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, Italia
2014
Solo Show, con un testo di Federico Ferrari Finis initium, AplusB Contemporary Art, Brescia, Italia
2013
Nel cielo dove qualcosa luccica, Museo Ettore Archinti, Lodi, Italia
2012
Geografia Temporale, Nowhere Gallery, Milano, Italia
2011
Ad altezza d’occhio, a cura di Maurizio Guerri, NuovoCIB – Galleria Formentini, Milano, Italia
SELECTED GROUP SHOW
Paso Doble . Dialoghi sul possibile, a cura di Pietro Gagliano - Fondazione Malvina Menegaz, Castelabasso – 2021,
Blocks. Storie di dialoghi oltre i limiti A cura di Daniela Brignone e Daniela Brignone - Albergo delle donne povere 2021 - Museo Riso d ‘arte Moderna e Contemporanea di Palermo .
Passages/paysages a cura di Roberto Lacarbonara - Palazzo Barbò Torre Pallavicina ( BG) 2021,
Breve storia di una nuova prospettiva in pittura, a cura di Alberto Zanchetta MAC Museo d’arte contemporanea di Lissone 2021,
Real Utopias, a cura di Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi - Manifesta 13 Marsiglia 2020 ,
La Galleria de’ Foscherari 1962 -2018 MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna - Project Romm - 2019 - 2020 ,
Vesuvio quotidiano universale, a cura di Anna Imponente, Certosa e Museo di San Marino , 2019 Napoli .
2018
Grand Tour en Italie, Porto turistico Villa Igea, a cura di Michela Eremita, Manifesta 2018, Palermo
IXION, La collezione, la sua evoluzione e la ricerca culturale al servizio della città, MAC Museo di Arte contemporanea di Lissone
Immagini ombre idee, a cura di Gaspare Luigi Marcone, The Open Box, Milano
“…et refaire le monde” Bea Bonafini, Sépàd Danesh, Sophie Ko, Octave Marsal, La Galerie Bessières, Chatou, 2018
Men at work/Women work Better, Bibo’s Place, Roma
Scacco matto, il grigio non esiste: solo bianco, solo nero, Bibo’s Place, Roma
Kahuna, curata da Leonardo Regano, promossa da Polo Museale dell’Emilia Romagna, Ex chiesa di San Mattia, Bologna
Dotland II a cura di Penisula, Berlino
Generation’s a cura di Ilaria Bignotti, Marignana Arte, Venezia
2017
Madeinfilandia 2017,a cura di Residenza Madeinfilandia, Pieve a Presciano
Storie e opere, Fondazione Malvina Menegaz per le Arti, Castelbasso
Fuocoapaesaggio, a cura di Gianluca d’Inca Levis e Giovanna Repetto, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore
The Hidden Dimension. Chapter II, a cura di Ilaria Bignotti, Galleria Marignanaarte, Venezia
Rosso Freddo, a cura di Festival Studi III, Milano
2016
Fracturae, a cura di Giorgia Galdaston, Palazzo Altan, San Vito al Tagliamento
Fine del possibile. Tra l’esausto e l’esaustivo, a cura di Frittelli Arte Contemporanea e Gruppo Quinto Alto, Firenze
Beyond Landscape, a cura di Andrea Lerda, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano
Xenia – Volume II, Sophie Ko & Alessandro Roma, a cura di Alberta Romano, Casa Bertoli-Borsani, Milano
2015
Les Sublimes, a cura della Fondazione Arthur Cravan and Cose Cosmiche, Milano Vetrina, a cura di SOAP and festival STUDI, Milano, Italia
2013
Castello 40. A case study, a cura di Fortunato D’Amico, Venicedocks, Venezia, Italia
2008
Schlaglichter, a cura di Paola Alborghetti, Ateliergemeinschaft Geh8, Dresda Maestros Y Discipulos, promossa dall’Accademia di Belle Arti di Brera, Museo Municipal De Bellas Artes G. Perez di Cordoba, Argentina
2007
QUI OBIJT ANNO MMVII, a cura di Umberto Cavenago, S. Carpoforo, Milano, Italia
2003
Transmission, promossa dall’ Associazione Arte senza Frontiere, a cura di Nino Danelia, Gallery Priestor for Contemporary Art, Bratislava, Slovacchia
AWARDS
2017
Finalista presso Academy Now, Londra
2016
Primo premio, Gran Premio della Pittura, curato da Alberto Zanchetta, MAC-Contemporary Art Museum, Lissone
2015
Selezionata presso Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligo
SPECIAL PROJECTS
2017
Residenza Made in Filandia, Pergine Valdarno
2016
Residenza Progetto Borca – Dolomiti Contemporanee, curated by Gianluca D’Incà Levis
2015
Residenza Carloforte, Italia
2005-2006
European Commission Giovani per l’Interculturalità presso Progetto Giovani, Padua
2003
Borsa di studio presso Accademia di Belle Arti di Brera, Milano
EVA MARISALDI
Nata nel 1966, vive e lavora a Bologna .
Principali mostre personali
2014 Letargo/Fuori, Museo Magra, Granara
2012 Gestein-gestalt, a cura di / curated by Grainne Sweeney, MIMA. Newcastle
2011 Democratic Psychedelia, Galleria Minini, Brescia
Appuntamento al verde, a cura di / curated by Marinella Paderni, Bologna
2010 Underlines, a cura di / curated by Marinella Paderni, Galleria Nicoletta Rusconi, Milano
Circolare, Fondazione Spinola Banna, Torino
Cantiere, a cura di / curated by Roberto Daolio, Museo San Domenico, Imola
Grigio nonlineare, a cura di / curated by Arabella Natalini, EX3, Firenze
2009 Cosa noi aspettiamo, Galleria S.A.L.E.S, Roma
Circolare, Luna Park, Trento
Eva Marisaldi, a cura di / curated by Oscar Aschan,Tjoloholm Castle, Goteborg
2008 Ghost track #2, S.A.L.E.S., Roma
Adesso, performance, Teatro dell' Accademia di Belle Arti, Bologna
2007 Jumps, MAMbo, Bologna
Services, Galleria Massimo De Carlo, Milano
2006 Parties 2, Galerie Michael Zink, München
Eva Marisaldi, International Animation Film Festival, Annecy
Parties 3, Art positions, Art Basel Miami, Miami
2005 Living rooms, Galerie Meert - Rihoux, Bruxelles
Iperfluo, S.A.L.E.S., Roma
Eva Marisaldi, a cura di / curated by Daniela Lotta, Museo Carlo Zauli, Faenza
2004 Parties, Zink-Gegner Galerie, München
No hope, Galleria Massimo Minini, Brescia
Storyboard, MAMCO, Geneve
2002 Eva Marisaldi, Base/ Progetti per l’Arte, Firenze
Legenda, a cura di / curated by Paolo Colombo, Centro per l'Arte contemporanea, Roma
Tempesta, a cura di / curated by Elena Volpato, GAM, Torino
2001 Pale idea, Corvi – Mora Gallery, London
Interferenze, Meert-Rihoux, Bruxelles
2000 Lieto fine, a cura di / curated by Roberto Daolio, Gabriella Belli, Palazzo delle Albere, Trento
Tristan, Galleria Massimo De Carlo, Milano
Eva Marisaldi, Galleria S.A.L.E.S., Roma
1999 Accampamenti, Galleria Massimo Minini, Brescia
Jet lag, Robert Prime, London
A4 extra, a cura di / curated by Angela Vettese, Dede Auregli, Galleria d'arte moderna di Bologna, Bologna
1998 Indifferentemente, Galleria Massimo De Carlo, Milano
Omissioni, Galleria S.A.L.E.S., Roma
1997 Avanti e indietro sul linoleum fino all'alba, Robert Prime, London
Molte domande non hanno una risposta, Galleria Neon, Bologna
1996 X e il Disegno della Cancellazione, Galleria Massimo De Carlo, Milano
Maestri, Galleria Massimo De Carlo, Milano
1995 ll corso tace, a cura di / curated by Sergio Risaliti, lconoscope / Frac Languedoc-Roussillon, Montpellier
Minima arteria, Galleria Massimo Minini, Brescia
1994 Film, Analix, Géneve
A un'ora, Studio Guenzani, Milano
1993 Ragazza Materiale, Galleria Raucci/Santamaria, Napoli
Prét, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, ARC Musèe de la Ville de Paris, Paris
La portata umana è nulla, Galleria Neon, Bologna
1992 Studio Guenzani, Milano
Principali mostre collettive
2016 Re-action, a cura di / curated by Su Alonso / Inés Marful, Casal Solleric, Palma de Mallorca
Bologna dopo Morandi, a cura di / curated by Renato Barilli, Palazzo Fava, Bologna
Terra Provocata, a cura di / curated by Guido Molinari e Matteo Zauli, Fondazione Del Monte, Bologna
2015 L’homme et la machine, a cura di / curated by Annie Aguettaz, cinéma Le Parc, La Roche/Foron, France
Liberi tutti, a cura di / curated by Beatrice-Busto-Perrella, Museo Fico, Torino
Il sosia, a cura di / curated by Federico Mazzonelli, Galleria Civica, Trento
2014 Do it, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, Center for Contemporary Art Prishtina, Kosovo
Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?, a cura di / curated by Caterina Benvegnù, Arsenale Novissimo, Venezia
Le leggi dell'ospitalità, a cura di / curated by Antonio Grulli, P420, Bologna
La Gioia, a cura di / curated by carole Schuermans Maison Particulière, Bruxelles
Fobofilia, a cura di / curated by Irene Calderoni, Fondazione Sandretto, Torino
Glitch, a cura di / curated by Davide Giannella, PAC, Milano
2013 Lumière(s), Lycée Louis Feuillade, Lunel
Non basta ricordare, a cura di / curated by Hou Hanru, MAXXI, Roma
Le statue calde, a cura di / curated by Simone Mengoi, Museo Marini, Firenze
Veerle, a cura di / curated by Chris Fitzpatrick, Fondazione Sandretto, Torino
Quarantanni di arte contemporanea, a cura di / curated by Massimo Minini, Triennale, Milano
Premio Suzzara, a cura di / curated by Elisabetta Modena, Galleria Premio Suzzara (Mn)
Autoritratti, a cura di / curated by Uliana Zanetti, MAMBO, Bologna
Ricreazioni, a cura di / curated by Anteo Radovan, Liceo di Mirandola (Mo)
Immagini in movimento, a cura di / curated by Maria Giuseppina Di Monte, Galleria Nazionale, Roma
Premio Maretti 2013, PAN, Napoli
2012 Think Twice, a cura di / curated by Achim Borchardt-Hume, Francesco Bonami, Whitechapel, London
Proiezioni, a cura di / curated by Monia Trombetta, MAXXI, Roma
The Wordly House, a cura di / curated by Tue Greenford, Carolyn Christov Bakargiev, Documenta, Kassel
2011 Come le lucciole, a cura di / curated by Marco Tagliafierro, Galleria Nicoletta Rusconi, Milano
Hear me out, a cura di / curated by Cecilia Casorati, CIAC, Castello Colonna, Genazzano
No Soul for Sale, a cura di / curated by Viafarini DOCVA, Tate Modern, London, U.K
Play-start, Museo Pecci, Milano
Cuore di pietra, a cura di / curated by Mili Romano, Pianoro, Bologna
Alive she cried, a cura di / curated by Reynold Reynolds, Galerie Zink, Berlin
Io non ho mani che mi accarezzino il volto, a cura di / curated by Andrea Bruciati, Mole Vanvitelliana, Ancona
Finzioni, a cura di / curated by Paola Nicita, Museo internazionale delle Marionette, Palermo
MAMBO, nuove acquisizioni, a cura di / curated by Gianfranco Maraniello, MAMBO, Bologna
Il confine evanescente, a cura di / curated by Anna Mattirolo, MAXXI, Roma
Compagni di viaggio, a cura di / curated by Alenka Gregoric, Mestna Galerija, Ljubljan
2010 Cosa fa la mia mente mentre sto lavorando, a cura di / curated by Francesca Pasini e Angela Vettese, MAGA, Gallarate
The private Museum, a cura di / curated by Giacinto Di Pietrantonio and M. Cristina Rodeschini, GAMEC, Bergamo
Persona in meno, a cura di / curated by Chris Fitzpatrick, Fondazioni Sandretto, Palazzo Ducale, Genova
Video Report Italia, a cura di / curated by Andrea Bruciati, Galleria Comunale di Monfalcone, Gorizia
Piazze di Roma, a cura di / curated by Achille Bonito Oliva, MOCA Shanghai, China
H2O, a cura di / curated by Irene Calderoni, Palais Lumiere, Evian, FR
Persona in meno, a cura di / curated by Chris Fitzpatrick, Fondazioni Sandretto, Guarene d'Alba, Torino
Libri d'artista, a cura di / curated by Angela Vettese, Palazzo Reale, Milano
Linguaggi e sperimentazioni, a cura di / curated by Giorgio Verzotti, MART ,Rovereto
2009 Voyage Sentimentale, FRAC Languedoc Roussillon, FR
Immagine sottile, a cura di / curated by Anrdea Bruciati, Galleria Comunale di Monfalcone
2008 Capolavori in corso, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia
It's not over yet, a cura di / curated by Benjamin Tischer, Invisible Exports, New York
Éclats de frontières, FRAC, Marseille
Di segni e di altri luoghi, 41 Arte Contemporanea, Torino
Sguardo periferico e corpo collettivo, a cura di / curated by Eva Fabbris, Letizia Ragaglia, Museion, Bolzano
Arte Contemporanea 1953 - 2003, Sotheby's, Palazzo Broggi, Milano
2007 Timer 01, Hangar Bicocca, a cura di / curated by Demetrio Paparoni Milano
Italy 1980 - 2007, a cura di / curated by Mart, Trento National Museum of Fine Atrs, Hanoi, Vietnam
Italian mindscapes, a cura di / curated by Demetrio Paparoni, Museum of Art, Tel Aviv, IS
Albedo, a new perspective in italian video, a cura di / curated by Andrea Bruciati, National Museum, Wroclaw
Fatto in Svezia, a cura di / curated by Oscar Aschan, Goteborg
2006 Airò Arienti Marisaldi, Galleria Massimo Minini, Brescia
Costruttori - il corpo del lavoro, Castel Sismondo, Rimini
Kill the butterfly, a cura di / curated by Strade Bianche, Casale Marittimo, Pisa
L'immagine del vuoto, a cura di / curated by Bettina Della Casa, Museo cantonale d'Arte, Lugano
Idea, a cura di / curated by Laura Cherubini, Giorgio Verzotti, Palazzo Fontana di Trevi, Roma
Italian artists of 20th century, a cura di / curated by Mart, Trento, NAMOC, Bei-Jing, China
2005 Il vento dal settecento al''arte contemporanea, a cura di / curated by Elena Volpato, Castagneto Po (To)
Bring your own, a cura di / curated by Maria Rosa Sossai, opere dalla collezione / works from collection Teseco - Museo d'Arte, Nuoro
2004 On air, a cura di / curated by Andrea Bruciati, Galleria Comunale di Monfalcone, Gorizia
Unclosed stories, Art unlimited, Atene
Gwangju Biennale, a cura di / curated by Hyun-Do Kim, Roberto Pinto, Gwangju, Sud Korea
Sevilla Biennale, a cura di / curated by Harald Szeeman, Sevilla
2003 Tuscia Electa, a cura di / curated by Arabella Natalini, Radda in Chianti (Fi)
Videozone, Tel Aviv
Fragments d'un discours italien, a cura di / curated by Bert Theis, MAMCO, Geneve
Il racconto del filo, a cura di / curated by Francesca Pasini, Giorgio Verzotti, MART, Rovereto
Impakt 2003, Utrecht
Art Unlimited, Art Basel, a cura di / curated by Philippe Rihoux
Salon des refuses, a cura di / curated by Roberto Pinto, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
G3, a cura di / curated by Harald Szeeman, Vira
2002 Movies without cinema, Brno House of Arts, Brno
Biennale d'art contemporain de Lyon, Lyon
Happiness, a cura di / curated by David Elliott, Pier Luigi Tazzi, Mori Art Museum, Tokyo
Focus, Museo Nacional Reina Sofia, Madrid
2001 Present - Museum of Modern Art, Arnhem
Sonsbeek 9, a cura di / curated by Jan Hoet, Arnhem
Biennale di Venezia, a cura di / curated by Harald Szeeman, Venezia
Festival di poesia, a cura di / curated by Pier Luigi Tazzi, Watou
Biennale de l'image en mouvement - Ginevra
Wonderworld, Zurigo
Leggerezza, a cura di / curated by Giovanni Iovine, Lenbachaus, Monaco
2000 Blue nature, Galleria Zero, Piacenza
Giornata dell' ambiente, cortometraggi, Tele+, Legambiente
Talent\um Tolerare, a cura di / curated by Chiara Bertola, Fondazione Querini Stampalia, Venezia
Migrazioni, a cura di / curated by Paolo Colombo, Centro per l'Arte Contemporanea, Roma
1999
Artisti selezionati dal P.S.1 Bureau Italia, a cura di / curated by Chiara Bertola, Fondazione Pistoletto, Biella
Biennale di Istanbul 6, a cura di / curated by Paolo Colombo, Istanbul
Biennale di Alessandria d'Egitto
1998 Subway – Metropolitana, a cura di / curated by Roberto Pinto, Milano
La ville, le jardin, la memoire, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, Carolyn Christov
Bakargiev Villa Medici, Roma
Poussière, FRAC Bretagne, Rennes
1997 Do it, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, Kunstverein, Kreis Gutersloh
504, Zentrum fur kunst, Braunschweig
Fatto in Italia, a cura di / curated by Paolo Colombo, Centre d'art contemporain, Genève , ICA, London
Pittura italiana da collezioni italiane, a cura di / curated by Giorgio Verzotti. Castello di Rivoli, Torino
Che cosa sono le nuvole, a cura di / curated by Francesco Bonami, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d'Alba, Torino
1996 To die with on our hand, a cura di / curated by Marco Samorè, Link, Bologna
Visto che il gioco è interessante vanno a chiamare un altro elefante, (in
collaborazione con / in collaboration with Liliana Moro) CTS Niguarda, Milano
Uccelli/Birds, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, Carolyn Christov Bakargiev, Roma
Manifesta, a cura di / curated by Rosa Martinez, Victor Misiano, Katalin Nèrai,
Hans Ulrich Obrist, Andrew Renton, Witte de With, Rotterdam
Exchanging lnteriors, a cura di / curated by Pier Luigi Tazzi, Museum Van Loon, Amsterdam
Presente/Gegenwart, a cura di / curated by M+M, Kunstlerwerkstatt Lothringer Strasse, München
1994 Soggetto/soggetto, a cura di / curated by Francesca Pasini, Giorgio Verzotti, Museo d'Arte Contemporanea Castello di Rivoli, Rivoli (To)
L'Hiver de l'Amour, ARC Musèe de la Ville de Paris, Paris
Oriente Mediterraneo, Università di Helwan, Il Cairo
Rien à signaler, a cura di / curated by Gianni Romano, Analyx, Genève
Nuova Officina bolognese, Chankarjev Dom, Ljubljana
My car is black, and yours is white, , a cura di / curated by Guido Costa, Galerie Mladych, Brno
L'Hiver de l'Amour, P.S.1, New York
Esercizio (video), 23.12.94 Blob/Fuori Orario RAI 3
1993 Documentario/Privacy, a cura di / curated by Gianni Romano, Spazio Opus, Milano
Aperto.Emergenze, a cura di / curated by Achille Bonito Oliva, XLV Biennale di Venezia, Venezia
Hotel Carlton Palace chambre 763, a cura di / curated by Hans Ulrich Obrist, Hotel Carlton, Paris
1992 Una domenica a Rivara, a cura di / curated by Gregorio Magnani, Castello di Rivara, Rivara (To)
Venti pezzi fragili, a cura di / curated by Gianni Romano, Analyx, Géneve
1991 Provoc'arte, a cura di / curated by Roberto Daolio, Galleria ferroviaria Montale, RSM
Nuova Officina Bolognese, a cura di / curated by Renato Barilli, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Bologna
1990 Italia '90. Ipotesi Arte Giovane, Fabbrica del vapore, Milano
1989 L'Europe d'Art d'Art, Niort
Visioni di Hymnen, Lingotto, Torino
1988 Biennale Giovani Artisti dell'Europa Mediterranea, Bologna
Bibliografia selezionata / Selected bibliography:
2016 Molinari, Guido, Terra provocata, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. Corraini
2015 Mazzonelli, Federico, Il sosia, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. MART
Perrella, Cristiana, Liberi tutti, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. Tai
2014 Minini, Massimo, Pizzini - Sentencies, Mousse Publishing
2013 Obrist, Hans Ulrich, Do It, the compendium, ed. D.A.P., New York
Autoritratti, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. Corraini
2012 Zuffi, Italo, Eva Marisaldi, Nero Magazine
2011 Casavecchia, Barbara, Eva Marisaldi, Frieze n.139
2010 Pioselli, Alessandra, Souvenir d'Italie, a nonprofit art story, Mousse Publishing
Fitzpatrick, Christopher, Persona in meno, catalogo di mostra / exhibition catalogue
Natalini, Arabella, Eva Marisaldi, Grigio nonlineare, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. Damiani
Pioselli, Alessandra, No soul for sale
Libri D'artista della collezione Consolandi, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Ed. Charta
2009 L'arte del XX secolo, tendenze della contemporaneità, Ed. Skirà
Paderni, Marinella, Laboratorio Italia, la fotografia nell'arte contemporanea
2008 Bernardelli, Francesco, Arte Contemporanea, Biblioteca di Repubblica-L'Espresso, Ed. Electa
Sguardo periferico e corpo collettivo, catalogo di mostra / exhibition catalogue
2007 Obrist, Hans Ulrich, Park conversation, in Eva Marisaldi, Skirà 2007 Daolio, Roberto, Vere e false partenze, in Eva Marisaldi, Skirà 2007 Paparoni, Demetrio, Italian mindscapes, catalogo di mostra / exhibition catalogue 2007
Paparoni, Demetrio, Timer 01, catalogo di mostra / exhibition catalogue 2007 Ed. Skirà
L. Gonzales Torres - Q&A with Eva Marisaldi, Saatchi blog 2007
2006 Chiodi, Stefano, Una sensibile differenza. Conversazioni con artisti italiani di oggi (con la collaborazione di / in collaboration with Ilaria Gianni), Fazi, Roma 2006
Arfiero Michela, Knowledge Through Stories: A Conversation with Eva Marisaldi, in
“Sculpture - Washington”, settembre / September 2006
Molinari Guido, Nel clima globale, in “Flash Art” n.257
Cherubini, Laura, Verzotti, Giorgio, Idea. Disegno italiano degli anni ’90. catalogo di mostra / exhibition catalogue, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2006
AA.VV., Il vento dal Settecento all'arte contemporanea, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Castello di Castagneto Po (TO); Fondazione Torino Musei Edizioni 2006. Volpato, Elena, "Metamorfosi del vuoto: 1960-2006", in L'immagine del vuoto, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Museo Cantonale d'Arte, Lugano; Skira, Milano 2006. B.Della Casa L'immagine del vuoto, catalogo Skira 2006
Lotta, Daniela, Eva Marisaldi, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Museo Zauli, Faenza, 2006
2005 Janus, E., Eva Marisaldi, in “Artforum”, ottobre / October 2005
Vetrocq, M.E., Eva Marisaldi, in “Art in America”, novembre / November 2005
2004 H.Szeemann Cat. Biennale di Sevilla 2004 , ed. Fondacion BIACS
AAVV Cat. Gwangju Biennale 2004, ed. Y
Pasini, Francesca, Eva Marisaldi, in “Linus”, n. 12, febbraio-marzo/ February - March 2004.
Grazioli, Elio, La polvere nell’arte, Bruno Mondadori, Milano 2004
2003 Gianelli, Ida, Beccaria, Marcella, (a cura di / edited by) Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. La residenza sabauda, la collezione, Umberto Allemandi & Co., Torino, 2003
Senaldi, Marco (a cura di / edited by), Cover Theory - L'arte contemporanea come reinterpretazione, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Officina della Luce ex Centrale Emilia, Piacenza; Maltemi Editore, Piacenza 2003. AAVV Catalogo Biennale di Lione, 2003 Pasini, Francesca, Verzotti, Giorgio (a cura di / edited by), Il racconto del filo. Cucito e ricamo nell'arte contemporanea, MART Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto; Milano, Skira, 2003.
Marisaldi, Eva, Daolio, Roberto, Incontri contemporanei , Fondazione Querini Stampaila Onlus
Campagnola, Sonia, Eva Marisaldi, in “Flash Art” n.239
Romano, Gianni, De Cecco, Emanuela, Contemporanee, Postmedia Books, Milano 2002
2002 Paiano, Rosalba, Verzotti, Giorgio, Volpato, Elena, Tempesta, catalogo di mostra / exhibition catalogue, GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Hopefulmonster, Torino 2002.
Colombo, Paolo, Psibilskis, Liutauras, Verzotti, Giorgio, Legenda, catalogo di mostra / exhibition catalogue, MAXXI - Centro nazionale per le arti contemporanee, Roma; Charta, Milano 2002.
2001 Teatini, Alessandra, Voci della città. Piccola guida narrativa di Bologna e dintorni, CLUEB, Bologna 2001
Szeeman Harald, De Cecco, Emanuela, in La Biennale di Venezia - 49. Esposizione internazionale d'arte. Platea dell'Umanità, Marsilio Editore, Venezia 2001
2000 Pioselli, Alessandra,Eva Marisaldi, in “Artforum”, novembre / November 2000
Belli, Gabriella, Daolio, Roberto, Eva Marisaldi, catalogo / catalogue, MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Trento; Skira, Milano 2000.
Vettese, Angela, Eva Marisaldi, in “Spazio Aperto n.19 – Quaderni della Galleria d’Arte Moderna”, Edizioni Pendragon, Bologna 2000
Bertola, Chiara, Eva Marisaldi, in P.S.1 Italian Bureau Selection, catalogo di mostra / exhibition catalogue, P.S.1 Studio Program; Castelvecchi Arte, Roma 2000.
1999 G.Amadasi Eva Marisaldi, in cat. 6 Istanbul biennale, 1999
Verzotti, Giorgio, Eva Marisaldi. Galleria Massimo Minini, in “artforum”, n. 10, estate / summer 1999.
1998 Beatrice, Luca, Perrella, Cristiana, Nuova arte italiana. Esperienza visiva ed estetica della generazione anni novanta, Castelvecchi editore, Roma 1998.
1997 Daolio, Roberto (a cura di / edited by), Molte domande non hanno una risposta. Eva Marisaldi, catalogo / exhibition catalogue, Galleria Neon, Bologna, 1997. Barilli, Renato, Eva Marisaldi, in “il Patalogo Venti - Annuario del Teatro 1997”, Ubulibri, Milano 1997
Verzotti, Giorgio (a cura di / edited by), Pittura italiana da collezioni italiane, catalogo / catalogue, Castello di Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli (TO); Charta, Milano 1997. Webber,A.L, Eva Marisaldi, in “Frankfurt F.A.Z.” 1997
1996
Bonami, Francesco, Echoes: Contemporary Art at the Age of Endless Conclusions, Monacelli Press, New York 1996
Vergine, Lea, "Eva Marisaldi", L'arte in trincea. Lessico delle tendenze artistiche 1960-1990, Skira, Milano 1996.
Daolio Roberto, Presenze/Gegenwarten, in Presente/Gegenwart , catalogo mostra/ exhibition catalogue , Künstlerwerkstatt, München 1996 Pasini, Francesca, Tenui tracce di percezione, in “Liberazione”, 6 agosto / August 1996.
1995 Risaliti, Sergio, Eva Marisaldi in ll corso tace, invito mostra / exhibition invitation Montpellier FRAC '95
1994 AA.VV., Europa '94 , catalogo di mostra / exhibition catalogue, Junge Europäische Kunst in München, München
F.Pasini, G.verzotti - in Soggetto/soggetto; Una nuova relazione nell'arte di oggi, catalogo mostra / exhibition catalogue, Milano Charta '94
Pasini, Francesca, Eva Marisaldi, in “Artforum”, n. 8, April 1994. Dominique Gonzalez-Foerster, Eva Marisaldi – Film, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Galerie Analix, Genève; edizioni Artstudio, Genève 1994.
1993 Pinto, Roberto, Forme di relazione, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Orzinuovi; Stampa Alternativa, Brescia 1993
Daolio, Roberto, Postscriptum, in Achille Bonito Oliva (a cura di / edited by), Aperto '93 – Emercency / Emergenza, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Venezia; Giancarlo Politi Editore, Milano 1993.
1992 Corvi Mora, Tommaso, Controfigure, in “Purple Prose” n° 2, 199
Romano, Gianni, Twenty fragile pieces, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Galerie Analix B & L Polla, Genève 1992. Pinto, Roberto, Eva Marisaldi - Thomas Berrnstein, in “Flash Art”, n. 169, estate / summer 1992.
1991 Daolio, Roberto, Guadagnini, Walter, Trento, Dario, Nuova Officina Bolognese, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Galleria d'Arte Moderna, Bologna 1991.
1990 A.Pessoli - Cure, in Beghi Bernardi Marisaldi Pessoli Pivi, catalogo mostra Ravenna Essegi '90
Daolio, Roberto, "La pelle, il cuore", Beghi, Bernardi, Marisaldi, Pessoli, Pivi, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Santa Maria delle Croci, Ravenna e Galleria Neon, Bologna; Essegi, Ravenna 1990.
Daolio, Roberto, Eva Marisaldi, in “ee”, catalogo di mostra / exhibition catalogue, Galleria Neon, Bologna 1990.
LUIGI MAINOLFI
Luigi Mainolfi nato nel 1948 a Rotondi Valle Caudina, in Campania.
Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli è attratto dal panorama artistico e culturale torinese che negli anni Settanta rappresenta il centro dell’avanguardia artistica italiana e nel 1973 vi si trasferisce.
I primi lavori, tra il 1972 ed il 1976, indagano il corpo e il gesto.
Nelle prime esposizioni performances, presenta calchi del proprio corpo in gesso che lascia consumare nell’acqua (Cavriago 1977) o fa precipitare dall’alto al suolo (La performance, Galleria Civica d’Arte Moderna, Bologna 1977).
Questo è anche il periodo in cui si riappropria dell’aspetto teorico della scultura attraverso una serie di disegni accompagnati da scritti (MDLXIV 1976).
Tra il 1979 e il 1980 completa La Campana (Galleria Tucci Russo, Torino 1981 e La Sovrana Inattualità, P.A.C., Milano 1982).
Nel decennio che segue si impone con le sue grandi terrecotte, opere contenenti paesaggi e soggetti di ispirazione fiabesca, come Nascita di Orco ed Elefantessa del 1980. Partecipa alla Biennale di San Paolo del Brasile, 1981.
Con Alle forche Caudine 1981, partecipa alla XL Biennale di Venezia e a Documenta 7 Kassel, nel 1982. Con Le Bbasi del cielo 1981-82, partecipa alla XII Biennale de Paris, 1982.
Con il bronzo Trionfo (Elefantessa) 1982, alla Biennale di Venezia 1986.
Negli anni che seguono si propone con Tufi, 1981-85 (Ouverture, Rivoli 1984 e Tour Fromage, Aosta, 1987) e Arcipelago 1983-85, Castel Ivano, Trento 1987 e Icons of Postmodernism (Holly Solomon Gallery New York, 1986).
Nel 1987 vince il Superior Prixe al 5th Henry Moore G.P. in Giappone con il bronzo Città Gigante 1986. Nel 1990 ha una sala personale alla Biennale di Venezia con Sole Nero, 1988-89.
Negli anni succesivi personali e retrospettive: 1992 Galleria d’Arte Contemporanea, Rimini, catalogo F. Gualdoni, Ed. Essegi, Ravenna. 1994, Villa delle Rose, Galleria Civica d’Arte Moderna, Bologna e Galerie Hlavniho Mèsta Prahy, Praga in catalogo. R. Barilli, P.G. Castagnoli. 1995, Hotel de Galiffet, Paris, in catalogo F. Poli Ed. Di Meo. 1995, Promotrice di Belle Arti, GAM Torino in catalogo P.G. Castagnoli, R. Fuchs, R. Passoni, A. Pohlen, Rcs Libri e Grandi Opere Milano.1996-97 Museo Civico di Castelnuovo, Maschio Angioino e Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, Napoli, in catalogo R. Fuchs, A. Tecce. Umberto Allemandi Editore.
Negli anni Novanta continua la ricerca attraverso forme già presenti da tempo nel suo lavoro ma anche nuove come Tamburo del Sole 1995-97. Gabbie 1997. Vestiti e Colonne di Maggio 1999, che proseguono la sua ricerca sul corpo, la pelle.
Nel 2001 l’artista è scelto come rappresentante dell’Italia per uno scambio tra il nostro paese e il Giappone. Approda al Museo d’Arte Contemporanea di Sapporo dove realizza per il parco Mainolfi swims in the water of Hokkaydo e Colonne di Sapporo.
Ancora grandi opere permanenti: nel 2002 Ballerine in marmo al Parco della Padula a Carrara; nel 2004 Il sole del Buon vento a Benevento; nel 2005 Sole Scarabocchio a Brunico (BZ); nel 2006 Città e Sole a Rovereto.
Nel 2007 espone il Sole alluminio al museo di Ravensburg, (Germania) e nello stesso anno vince il Premio Michelangelo per la scultura.
Nel 2007-2008 realizza Silontes; nel 2009 espone a Parigi (Galerie Di Meo) Spheres 2000-2008. Nel 2010 illustra l’Odissea di Omero per Einaudi editore e presenta Arpie, sfere, dune ed altre al Centro di Arti Plastiche, eventi paralleli XIV Biennale di Carrara. In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia realizza a Palazzo Madama a Torino nel 2011 una grande installazione dal titolo Torino che guarda il mare.
Nel 2012 illustra l'Iliade di Omero per Einaudi editore e realizza Per quelli che volano alla Fattoria di Celle, Santomato di Pistoia ed alla Fondazione Maeght di Saint Paul de Vence in Francia.
Nel 2014 Pelle della terra retrospettiva al Filatoio di Caraglio (CN), l'anno successivo istalla Senza titolo (Esploso), 1978 al Museo Madre di Napoli.
Nel 2016 l'Università di Bologna gli conferisce il premio Alinovi-Daolio.
Nell'anno successivo realizza Terre Nove tra le opere della personale al museo Casa Fiat de Cultura di Belo Horizonte in Brasile.
Nel 2018 la personale dal titolo La nuit et la féte alla Galerie Italienne di Parigi.
Nello stesso anno realizza Bestiario del firmamento per la collezione di sipari d'artista del teatro Obi Hall di Firenze.
Nel 2019 espone la grande istallazione Bandiere 2007 per la personale alla Galleria ME Vannucci di Pistoia.
Past exhibitions:
Concerto per gabbie e tamburi -1998
PIERO MANAI
PIERO MANAI
Bologna 1951 – 1988
Piero Manai nasce a Bologna nel 1951.Intorno ai vent'anni incomincia a dipingere. Il suo percorso artistico puo' considerarsi esemplare per la complessita' delle tematiche affrontate e per la qualita' degli esiti formali raggiunti in due decenni di instancabile ricerca. Dopo un primo periodo di figurazione iperrealista e pop, nel quale si confronta con gli oggetti del mestiere di pittore: barattoli di colore, matite, carboncini, l'artista sperimenta tecniche differenti. E' in questo periodo che nasce la serie dei carboni, grandi opere che nel loro gigantismo esprimono la diretta fisicita' della forma e la perfetta coincidenza dello spazio e dei limiti dell'immagine. Immagini che successivamente si disintegrano, frantumandosi in volti, nature morte e paesaggi dai contorni rarefatti che filtrano citazioni dal passato. Le affinita' e le consonanze con alcune grandi figure della storia dell'arte quali Cezanne, Bacon, Schiele, Ensor, riaffiorano in Manai dando vita ad una pittura colta ed estremamente sofisticata. Siamo negli anni Ottanta, periodo fecondo e di grande successo, momento in cui Manai si sofferma su alcune tematiche, quali il linguaggio del corpo, l'eros e la morte, la relazione dell'individuo e il suo alter ego. Le grandi teste, i corpi finemente tratteggiati, sono documenti di una corporalita' danneggiata che attestano una qualita' pittorica, frutto di una difficile gestazione e contraddistinta da una inequivocabile identita' e riconoscibilita'. Gli anni '80 sono per Manai gli anni della notorieta' e dell'affermazione del suo lavoro. Partecipa infatti ad importanti rassegne in Italia ed all'estero, quali la Quadriennale di Roma (1986), la Triennale del Disegno alla Kunsthalle di Norimberga (1985) ed alla Biennale des Junes (Parigi, 1982). Nel 1988 a soli 37 anni muore a Bologna a causa di una grave malattia Nel 2004 e' organizzata a Bologna una retrospettiva di opere dal 1970 al 1988 Fra i numerosi critici che si sono occupati della sua opera ricordiamo F. Arcangeli, R. Barilli, F. Alinovi, T. Trini, P. Fossati, P.G. Castagnoli, V. Fagone, G. Celant, F. Caroli, F. Gualdoni, D. Trento.
Past Exhibition:
L'insostenibile visione dell'essere
Autoritratto con maschere 1988
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
1970: Galleria Estense, Ferrara
1974 Forni, Bologna. Galleria La Nuova Pesa, Roma.
1975: Galleria I Diamanti, Pescara.
1976 Galleria Studio G7, Bologna.
1977: Centro attività visive, Ferrara.
1978: Galleria Martano, Torino. Galleria Studio G 7, Bologna. Sala Comunale d’Arte Moderna, Alessandria. Galleria Nuova Cadario, Milano.
1979 : Galleria La Piramide, Firenze. Galleria Comunale Palazzo Dell’Arengo, Rimimi.
1980 : Galleria Tiboni, Rimini. Galleria Arco d’Albert, Roma.
1981 : “Autoritratto con maschere”, Galleria De’ Foscherari, Bologna. The parallel window, New York.
1982 : PSI, Long Island, New York. Il mercato del sale, Milano.
1983: Natura Morta: Galleria De’ Foscherari, Bologna.
1984: Galleria Frankfurter Westend, Francoforte. „Maschere“, Galleria T x T, Rimini.
1985: Galleria Tucci Russo, Torino. Galleria d’Arte Moderna, Bologna (“Polaroid 1972-1984”).
1986: Palazzina dei Giardini Pubblici (con Antonio Violetta), Modena.
1988: Galerie Triebold, Basel. Pinacoteca di Ravenna, Santa Maria delle Croci. Palazzo Pepoli Campogrande, Bologna.
1989:Galleria de’Foscherari, Bologna: “Monoliti”
1989: Galleria Eva Menzio, Torino
1992: Rocca di Caterina Sforza, Forlì.
1993: Galleria San Luca, Bologna.
1994: Omaggio a Piero Manai, Galleria De’ Foscherari, Bologna
1999: Galleria Studio G7, Bologna: Piero Manai – L’erba.2000: Galleria De’ Foscherari, Bologna (con Pirro Cuniberti).
2000: Galleria Otto, Bologna (con Roberto Rizzoli).
2004:GAM – Boologna : Piero Manai una retrospettiva 1968 – 1988
2010 : Galleria de 'Foscherari – Bologna – Piero Manai - L'insostenibile visione dell essere .
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
1973: Premio Vasto, Vasto.
1976: Fra pittura e fotografia, Acireale. Lavori su carta/Bologna, Galleria De’ Foscherari. Dov’è la tigre, Blow Up, Milano.
1977: Artisti bolognesi, teatro Gobetti, Torino.
1978: “La cosa disegnata”, Marconi, Milano.
1979: “Le stanze del gioco”, Loggetta Lombardesca, Ravenna.
1980: “Nuova immagine”, Palazzo della Triennale, Milano. Palazzo dell’Arengo, Rimini.
1981: “Arte Italiana 1960-1980”, Palazzo delle Esposizioni, Roma.
1982: “Avanguardia-Transavanguardia”, Mura Aureliane, Roma.
1982: “Italian Art 1960-1980”, Hayward, Londra.
1982: “XII Biennale des jeunes”, Parigi.
1982: “Registrazioni di Frequenze”, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna.
1982: “L’informale in Italia”, Galleria d’Arte Moderna, Bologna.1982:”L’ultimo lavoro”,Galleria de’Foscherari ,Bologna
1983: “Il grande disegno”, Palazzina Magnani, Fiesole.
1985: Padiglione Arte Contemporanea, Milano, “Nuovi Argomenti”.
1985: “Anniottanta”, Chiosco di San Domenico, Imola.
1985: “Triennale del disegno”, Kunsthalle, Norimberga.
1985: “1960-1985 aspekte der italienischen haus am Walsee-Berlin”.
1985: Kunstverein Hannover, Habnnover
1985: Bregenz Kunstverein Kunsterhaus hochschule
1985: Fur angewandtekunst, Vien.
1985: Forum Galleria Tucci Russo, Zurigo.
1986: “Arte santa”, Loggetta Lombardesca, Ravenna.
1986 : “Acquarello Gigante”,Galleria de’Foscherari,Bologna
1986: Palazzo dei Congressi, Roma.
1986: “Prospekt”, Francoforte.
1986: Kunstverein schirnkunsthalle, Frankfurt,
1987: Disegno italiano nel dopoguerra, Galleria Civile, Modena.
1988: Acquisizioni Galleria d’Arte Moderna, Bologna. Premio Marconi, Bologna.
1989: Salone del Libro, Bordeaux.
1990:”Grandi Lavori”,Galleria de’Foscherari Bologna.
1992 :”Grandi lavori su carta”,Galleria de’Foscherari,Bologna.
1995: La guerra, la desolazione, il dolore, la speranza. Bagnacavallo.
1996: “Il corpo”,Galleria de’Foscherari,Bologna.
2001: Foto di gruppo. Galleria del Tasso, Bergamo.
2001: Il Ritratto. San Giorgio in Poggiale, Bologna.
2001: Figure del ‘900 – 2. Accademia di Belle Arti, Bologna.
2002: Vis à vis: autoritrarsi d’artista. MAN, Museo d’arte della Provincia di Nuoro.
2002: 100 teste per Giovanni Macchia. Pieve di Gombola (MO).
2003: Body Weight in Black and White, BW Projects, Bagnarola, Bologna.
2004: Le immagini del corpo, Galleria De’ Foscherari, Bologna.
2004: L’incanto della pittura,Casa del Mantenga,Mantova
LILIANA MORO
Liliana Moro nasce nel 1961 a Milano, dove vive e lavora.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1989 fonda, insieme ad altri artisti, lo Spazio di Via Lazzaro Palazzi a Milano che chiuderà nel 1993. Incontrando i lavori di Liliana Moro si ha la percezione che sia presente solo ciò che è strettamente necessario. Suono, parole, sculture, oggetti e performance, compongono un mondo che “mette in scena” una realtà, allo stesso tempo, cruda e poetica. Sono territori di un’esperienza individuale ( quella dell’artista ma soprattutto dello spettatore) che invitano a andare oltre ciò che è visibile. La riduzione all’essenziale intesa come attitudine, pratica e posizione, non è il risultato di una ripresa del linguaggio minimal, si tratta piuttosto di una modalità che l’artista mette in atto sia quando sceglie di impiegare tecniche elaborate, sia quando sceglie di utilizzare materiali esistenti o oggetti d’uso comune. Uno degli elementi che ha un posto di rilievo nella ricerca di Liliana Moro è la dimensione politica che non si traduce in illustrazione di contenuti, ma riguarda la modalità di relazione con i destinatari, per esempio con il disporre a terra il proprio lavoro chiedendo implicitamente a chi guarda di abbassarsi per vedere. La libertà di azione è un aspetto importante del lavoro ma lo definisce solo in parte: ciò che produce lo scarto interessante è la relazione tra l’universo delle possibilità e la tensione a più livelli – fisica e poetica- generata da questa relazione.
Ha esposto in importanti mostre collettive quali: Documenta IX Kassel (1992); Aperto XLV Biennale di Venezia (1993); Castello di Rivoli (1994); Quadriennale di Roma (1996/2008); Moderna Museet Stoccolma(1998); PS1 New York (1999); De Appel Amsterdam(1999); I Biennal de Valencia (2001); Boundaries-Confini,Museo Man Nuoro(2006);Italics, Palazzo Grassi Venezia (2008); La Magnifica Ossessione Mart Rovereto (2012); MAMbo Bologna (2013); Triennale Milano (2015); e ha tenuto mostre personali: Galleria Emi Fontana Milano Greta Meert Bruxelles; MUHKA Antwerpen (1996); Galerie Michel Rein Paris (1998); Galerie Mehdi Chouraki Berlin (2004); Fondazione Ambrosetti Brescia (2004); Isituto Italiano di Cultura Los Angeles (2007); Fabbrica del Vapore (2008); Fondazione Antonio Ratti Como (2012); Fondazione Zegna All’Aperto opera permanente, Trivero Biella (2015);
COLLEZIONI
Il suo lavoro é presente in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Belgio e Stati Uniti; Castello di Rivoli, Rivoli (To), Museo Pecci, Prato, FNAC, Paris, FRAC Centre, Orléans ,France, FRAC Rhone-Alpes / Nouveau Musée, Villeurbanne, Lyon, MUHKA, Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen,- Galleria d'Arte Moderna, Torino-Centro per le Arti Contemporanee,MAXXI Roma- MAMbo, Museo d'arte moderna - Magazzino Italian Art, Cold Spring New York
HERMANN NITSCH
Vienna 1938
Hermann Nitsch nasce a Vienna in Austria nel 1938. Fin dal 1957 concepisce una nuova forma di opera d’arte totale (Teatro delle Orge e dei Misteri), in cui vengono messi in gioco tutti e cinque i sensi nel corso di azioni e performance dal forte carattere rituale e religioso.
Nel 1961 fonda con Günter Brus e Otto Mühl il gruppo artistico del Wiener Aktionismus in cui le tecniche della pittura gestuale vengono applicate a una forma espressiva che unisce teatro, arte e musica, coinvolgendo in prima persona l’artista nelle condizioni più estreme.
L’artista ha combinato la propria attività performativa con esposizioni, conferenze e concerti in Europa, America e Asia. Sue opere sono incluse in prestigiose collezioni, tra cui quelle dello Stedelijk Museum di Amsterdam, della Tate Gallery di Londra, del Guggenheim Museum di New York. Ha esposto presso il Museum Moderner Kunst Stiftung di Vienna nel 1978, 1999, 2002 e 2004, alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco nel 1988, al Konsthallen Göteborg nel 1997. Ha inoltre partecipato a Documenta V e VII a Kassel e alla Biennale di Sydney nel 1988. Nel 2007 viene fondato a Mistelbach, a nord di Vienna, l’Hermann Nitsch Museum.
Past exhibiotions:
Orgien Mysterien Theater - 2007
NUNZIO
L' Aquila, 1954
Si forma all'Istituto e all'Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi nel 1977 in scenografia con Scialoja. Lavora con pitture ad acqua su supporti idrorepellenti quindi realizza forme irregolari in gesso, evocative di elementi primordiali, cortecce, gusci, scudi primitivi, parzialmente coperte di colore denso e avvolgente ma luminoso.
Nel 1981 espone alla Galleria Spazia di Bolzano. La sua prima personale romana è nel 1984 all'Attico dove torna ad esporre nel 1986 e 1988. Nello stesso 1984 espone ad 'Ateliers' la mostra romana all'ex pastificio Cerere curata a A.Bonito Oliva.
Dal 1985 elabora opere in legno e in lamine colate di piombo organizzate in forme regolari, disposte come sculture a parete, raggruppate a due o più elementi contigui, con rari interventi di colore. Espone al Centre national d'art contemporain di Nizza alla rassegna 'Italie aujourd'hui', a '1985: nuove trame dell'arte' a Gennazzano, ad 'Anniottanta' ad Imola, Ravenna, Rimini e alla mostra 'La nuova scuola romana' alla Galerie Bleich-Rossi di Graz. Nel 1986 espone alla sezione 'Aperto' alla Biennale di Venezia (Premio 2000 per il miglior artista giovane) e alla XI Quadriennale di Roma. Allestisce nel 1987 un'antologica alla Civica galleria d'arte moderna di Modena. Realizza le scene per 'Morte di Empedocle' a Gibellina 1987 e per 'Le Troiane' nel 1988-89. Nel 1988 espone a 'Italiana nuova' a Lanciano e a 'Geometrie dionisiache' a cura di L.Vergine alla Rotonda della Besana di Milano. È invitato al 41° Premio Michetti.
Dal 1990 inizia a lavorare a una serie di opere astratte su carta che espone nel 1991 in una mostra romana alla Galleria dell'Oca. Altre personali a New York nel 1985 e 1987, Parigi nel 1989, Basilea nel 1989 e 1992, Milano 1990 e 1992, Vienna nel 1991, Liège nel 1993. Partecipa nel 1992 a 'Ottanta-Novanta', a cura di F.Gallo a Monreale. Bibliografia: G.Drudi, Nunzio di Stefano, catalogo mostra di Bolzano, 1981; G.Briganti, Nunzio:11 sculture, catalogo mostra di Roma, 1984; G.Drudi, Nunzio: L'isola della scultura, catalogo mostra di Modena, Galleria Civica, 1987; G.Dorfles, catalogo mostra, Milano 1990; Nunzio, Confini, catalogo mostra, Roma 1991; R.Barilli, F.Guerrieri, R.Hobbs, K.W.Jensen, P.Restany, Arte ambientale. La collezione Gori nella fattoria di Celle, Torino 1993. Area Nuova scuola romana Scultura dagli anni '70
Past exhibition
CLAUDIO PARMIGGIANI
Luzzara 1943
Tra i maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale, Claudio Parmiggiani è un artista raro. Il suo volontario “esilio” dalla scena artistica italiana, il suo ostinato silenzio da oltre quaranta anni, valgono, nel mondo artistico di oggi, come una presa di posizione di una radicalità pressoché unica. In un contesto in cui la confusione dei valori è la regola, la sua è divenuta una presenza morale e il suo silenzio un’autorità critica. Volutamente lontano dall’“attualità” dell’arte contemporanea, lontano da gruppi o movimenti, Parmiggiani ha saputo sviluppare un linguaggio, innovativo, personale e allo stesso tempo profondamente universale.
I suoi materiali sono polvere e cenere, fuoco e aria, ombra e colore, luce e pietra, vetro e acciaio, sangue e marmo..... Assemblando frammenti del mondo, campane, farfalle, libri, barche, stelle, statue, fa nascere immagini insolite che, nella loro tragica bellezza, ci sembrano stranamente familiari.
Si forma all’Istituto di Belle Arti di Modena (1958-1960). Giovanissimo frequenta Giorgio Morandi (il cui influsso sarà più etico che stilistico). La sua prima mostra si tiene nel 1965 alla libreria Feltrinelli di Bologna, dove espone calchi in gesso dipinti che l’artista definisce ‘pitture scolpite’ e che segnano quella che viene considerata la prima apparizione di un calco in gesso nella vicenda artistica delle neoavanguardie. E’ il tempo del Gruppo ’63 e dei poeti riuniti attorno a “il verri” di Luciano Anceschi ai quali Parmiggiani sarà molto vicino, contribuendo a dar vita a quel clima, proprio del periodo, di intensa collaborazione tra arti visive e poesia. Ma il rapporto fondamentale è con Emilio Villa, con il quale stabilirà un profondo e lunghissimo sodalizio. È del 1970 Atlante, con testi di Balestrini e Villa, opera che si inserisce tra i lavori di misurazione eseguiti tra il 1967 e il 1970: carte geografiche e mappamondi accartocciati, vere antitesi delle certezze del mondo fisico. Sono degli stessi anni opere che coinvolgono totalmente lo spazio, come Luce, luce, luce (1968), dove il pavimento di una galleria è cosparso di pigmento giallo che irradia una luce abbacinante, oppure i labirinti di cristalli infranti (1970), simili a città devastate da una violenta esplosione. Molte sono state le intuizioni che fin dalla metà degli anni Sessanta hanno connotato in modo del tutto originale e precursore la sua ricerca. Uno spirito radicalmente iconoclasta sottende tutto il suo lavoro. Del 1970 sono le prime Delocazioni, opere di ombre e impronte realizzate con fuoco, polvere e fumo, una radicale riflessione sul tema dell'assenza, sviluppato ancora successivamente fino a divenire linea portante di tutto il suo lavoro.
Queste opere assumeranno un carattere di fortissimo impatto visivo ed emozionale; ricordiamo le teatrali Delocazioni realizzate al Musée d'Art Moderne et Contemporain di Ginevra (1995), al Centre Pompidou di Parigi (1997), alla Promotrice delle Belle Arti di Torino (1998), al Musée Fabre di Montpellier (2002). Al Tel Aviv Museum of Art (2003). Nel 1975 l'artista progetta un'opera, impossibile da vedere nella sua totalità: Una scultura, le cui quattro parti sono collocate in altrettanti ipotetici punti cardinali sulla Terra (Italia, Egitto, Francia e Cecoslovacchia), lavoro che viene terminato nel 1991. La sua lunga storia espositiva è in piena attività con mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Negli anni ottanta è sulla scena dei grandi musei e delle committenze internazionali; nel 1992 è la personale al Pac di Milano, cui segue la lunga serie di personali all’estero dal Museum Moderner Kunst di Vienna (1987), al Museo d’Arte Moderna di Strasburgo (1987), alla Albert Totah Gallery di New York (1986), a Villa Arson di Nizza, al Palacio de Cristal di Madrid (1990). Al 1988 risale la famosa Terra (1988), una sfera con impresse le impronte delle mani dell’artista, sepolta nel chiostro del Musée des Beaux-Arts di Lione, come un piccolo pianeta, espressione della natura spirituale dell’opera, tale anche quando è invisibile e luogo di dialogo con la sua essenza.
Tra le sue numerose opere permanenti nel paesaggio ricordiamo Il bosco guarda e ascolta nel parco di Pourtalés a Strasburgo (1990) eIl faro d’Islanda, (2000), opera permanente solitaria e luminosa nel territorio più desertico dell’Islanda, innalzato in mezzo ai ghiacci .
Negli anni Novanta l’attività espositiva è intensissima. Tra gli innumerevoli interventi citiamo le mostre all’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt (1992), alla Galleria d’Arte Moderna di Praga (1993), al Centre Georges Pompidou di Parigi (1997). Nel 1995 una grande retrospettiva è presentata al MAMCO di Ginevra mentre nel 1998 Gianni Vattimo cura una delle sue più importanti mostre realizzate in Italia alla Promotrice delle Belle Arti di Torino. Invitato più volte alla Biennale di Venezia (1972, 1982, 1984, 1986, 1995), ha presentato le sue opere presso numerose altre prestigiose istituzioni internazionali, pubbliche e private. Jean Clair lo invita, unico artista italiano, alla grande mostra Mélancolie: Génie et folie en Occident, al Grand Palais di Parigi e alla Neue Nationalgalerie di Berlino (2005). Nel 2006 nel Teatro Farnese di Parma, l’artista realizza Teatro dell’arte e della guerra, impressionante labirinto di cristalli infranti, immagine di grandiosa bellezza e tragedia. Dopo la potente installazione Ex-voto al Museo del Louvre (2007), opera in aperto dialogo con i rilievi funerari e le sculture gotiche conservati nelle sale del museo parigino, Parmiggiani accoglie l’invito della Città di Pistoia, inaugurando la riapertura di Palazzo Fabroni con una grande mostra, Apocalypsis cum figuris, affidata alla cura di Jean Clair.
L’organico inserimento delle sue realizzazioni nello spazio di un luogo di cui l’artista legge e interpreta il senso profondo e la specifica spiritualità, trovano espressione straordinaria nell’opera inaugurale del Collège des Bernardins di Parigi (2008). Nel 2010vengono realizzate con la collaborazione della Galleria de' Foscherari la spettacolare delocazione per il Museo del 900 di Milano il grande intervento per San Giorgio in Poggiale a Bologna ,“affresco” dipinto a fuoco nelle tre specchiature dell’abside e l’imponente Campo dei Fiori al posto dell’altare maggiore. Ogni volta una sfida diversa raccolta con coerenza di intenti e i cui esiti si impongono per la loro eccezionalità. Una profondità di pensiero che non si esaurisce e che, sorretta da una chiara consapevolezza sul significato civile del fare arte oggi, si pone in continuità e in rapporto vivo con la grande tradizione della pittura italiana ed europea.
Mostre personali si contano in tutto il mondo: Tokyo, Londra,Venezia, New York, Parigi, Innsbruck, Marsiglia, Vienna, Roma, Berlino, Milano, Barcellona, Maastricht, Boston, Francoforte, Zurigo, Bruxelles.
Nella sua carriera, lungi dall'essere conclusa, si impone sempre più come una delle figure principali dell'arte italiana del secondo dopo Guerra. Inclassificabile, costeggia tanto l'arte povera quanto quella concettuale assumendo, però, una postura unica ed inimitabile nel panorama contemporaneo
Notevoli sono anche i suoi scritti, tra cui "Sangue Stella Spirito" (Actes Sud, 2000).
Della sua opera si sono occupati i maggiori critici e pensatori contemporanei: Jean Clair Jean, Luc Nancy,GeorgeDidi Huberman,ecc
Past exhibitions:
GIANNI PIACENTINO
Coazze nel 1945.
Gianni Piacentino esordisce alla metà degli anni Sessanta realizzando prototipi di veicoli con materiali industriali, sculture dalle forme geometriche essenziali realizzate in legno plastificato e verniciato e sviluppando, parallelamente, un’originale idea di pittura.
I suoi lavori sono stati ampiamente esposti in Europa fin dal 1966 in spazi pubblici quali il Palais des Beaux Arts, Brussels (Belgio), il Centro de Arte Reina Sofia, Madrid (Spagna); la Galleria d'Arte Moderna di Bologna e Palazzo delle Esposizioni a Roma; la National Galerie di Berlino, Gesellschaft für Aktuelle Kunst a Bremen e il Museum am Ostwall a Dortmund (Germania); PS1 a New York oltre a numerose gallerie private tra cui Galleria Sperone e Galleria C. Stein a Torino, Galleria Toselli a Milano, Lia Rumma a Napoli.
Nel 1977 è stato invitato a partecipare a Documenta 6, Kassel, Germania e nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia, Italia. I suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti della Galleria d'Arte Moderna di Torino e del museo di Reggio Emilia, del Power Institute of Fine Arts di Sidney (Australia), della National Galerie di Berlino e del Neuen Museums Weserburg, Bremen (Germania) .
Vive e lavora a Torino
Past exhibitions:
GERMANO SARTELLI
Imola, 1925
Nella cittadina romagnola prendono avvio le sue prime sperimentazioni artistiche condotte attraverso un isolato e paziente tirocinio. Nel primo dopoguerra entra in contatto con l'ambiente artistico e culturale di Bologna. Nel 1958 espone per la prima volta nel capoluogo emiliano, al Circolo di Cultura, presentato da Maurizio Calvesi che, insieme ad Andrea Emiliani, rimarrà uno dei suoi più fedeli esegeti. Dagli anni '50 sino agli anni '80 insegna pittura nell'atelier dell'Ospedale psichiatrico "Luigi Lolli" di Imola. Nel 1954 a Roma, presso la Fondazione Besso, coordina ed organizza la prima mostra italiana di opere dei degenti dell'Ospedale psichiatrico Imolese. L'esposizione, che suscita grande interesse in campo sia artistico sia medico clinico,viene recensita con una larga eco sulla stampa nazionale.Nel 1962 gli viene conferito il premio per la scultura dal Ministero della Pubblica Istruzione e, due anni più tardi, è invitato da Maurizio Calvesi, Afro Basaldella, Lucio Fontana e Cesare Gnudi, a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia. In questi anni tiene il suo studio-officina nella Rocca di Imola. La sua ricerca artistica, in continua evoluzione, è caratterizzata da uno specifico e costante lavoro di sperimentazione su vari materiali. Le prime sculture sono in legno e ferro, seguono dalla metà degli anni '50 in avanti, stracci, fili metallici ar-rugginiti, cicche e cartine di sigarette. Dopo il '60 è il momento di vimini, paglie, ragnatele, ciocchi. Ancora legno e ferro, lamiere e metalli dagli anni '70 in poi sino alle più recenti opere di vario formato: di piccole e grandi dimensioni. La produzione pittorica e scultorea di Saltelli è stata presentata in numerose mostre personali e in molte rassegne collettive. Si sono occupati del suo lavoro, tra gli altri: Calvesi, Emiliani, Castagnoli, Spadoni, Cerritelli, Daolio, Trento.
Past exhibitions:
Germano Sartelli - 1963
Germano Sartelli - 1969
Germano Sartelli - 1974
Germano Sartelli - 1977
Germano Sartelli - 1981
Germano Sartelli - 1989
Germano Sartelli 1991
Palinsesti - 2001
Arpe d'erba e spartiti di latta - 2004
Villa delle Rose - Bologna 2008
VEDOVAMAZZEI
Simeone Crispino e Stella Scala, meglio conosciuti come Vedovamazzei, vivono e lavorano a Milano. Artisti complessi, estremamente prolifici, che è impossibile inquadrare in un filone tematico, in una scia formale, in un unico metodo di lavoro. Il loro corpus di più di 900 opere testimonia di un lavoro continuo, sostenuto a volte da committenze straordinarie, ma anche quotidiano, di studio, scaturito dal confronto mai riposante tra le loro due menti. Le immagini che producono, dagli schizzi su carta alle installazioni gigantesche che hanno viaggiato per il mondo, hanno la forza di imprimersi nella retina dei fruitori molto più a fondo. Rifuggendo parimenti la purezza di forma e contenuto ma anche il puro scatto d’intelligenza, il ghigno tristo della trovata, i Vedovamazzei usano l’ironia in modo carnale, presentando i propri riflessi corporei, esponendo tutto il fuori misura che li contraddistingue, affrontando temi universali senza arretrare di un passo.
Di recente Vedovamazzei ha presentato mostre: Da io a noi Palazzo del Quirinale di Roma, ALT arte contemporanea sul Palatino 2017, Fuori Uso 2016, “Horizontal" Casa Italia Rio 2016, Brasile, "Inauguration of the new works of art in the Troubleyn/Laboratorium"Antwerpen, Belgio,2016, Ten More Ten #9 vedovamazzei "Next to normal” Galleria Umberto Di Marino Napoli. 2015 "UN united nothing"Certosa di S. Giacomo, Capri, 2015, "The end of a work never made", (“Non Basta ricordare”) a cura di Hou Hanru three days performance at Maxxi Museum Rome, 2014, Istituto Italiano di Cultura Madrid e alla Galleria Fucares, Madrid: "No Necestitas Suerte”, Biennale Dublin Contemporary, 2011, “One too many" 15years later” A Palazzo. Brescia, vedovamazzei Le Temple Parigi, Magazzino d'Arte Moderna Roma(2010), “11 dicembre 2008”, Di Marino Arte Contemporanea, Napoli, Dicembre.2018 Public At Projects Art 38 Basilea 2007; Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina Napoli (2006), Percymiller gallery Londra (2005), Praz-Delavallade Parigi (2005), “3 Räume 3 Flüsse” Hann Münden 2000 .
Alcune loro opere sono state esposte come parte di Liberi tutti! Arte e società in Italia 1989-2001.,Museo Ettore Fico, Torino, 2015, The wolf and the tiger, Palazzo della Permanente Milano 2015,"The home of your dreams” Bratislava 2015, Arte alle Corti, Torino,2015, "Towards which planet?"Canal/05 Art Agallery, Bruxelles, Belgium, 2014, "Non Basta Ricordare, collezione Maxxi” a cura di Hou Hanru. "La lettura. Cento copertine d'autore"Milano 2013, Exquisite Corpse, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Paris, "Intorno al Libro", Museo Poldi Pezzoli,Milano, 2012."Lady Dior As Seen By" Triennale di Milano."Cara domani. Opere dalla Collezione Ernesto Esposito*. MAMbo, Bologna, 2012. "Una magnifica ossessione" MART di Rovereto, 2012 , “Sideshow” al Dormitorio pubblico Ugo Mulas 1954 Campoli Presti Gallery Parigi, “Neon – la materia luminosa dell’arte” MACRO Roma, “REBUS” Simon Lee Gallery Londra, FRAC Languedoc-Roussilon Montpellier (2008), “Fit to Print: Printed Media In Recent Collage” al Gagosian Gallery New York (2007), “Isobar” al Fieldgate Gallery, Londra (2007), “Ironia Domestica” al MUSEION Bolzano (2007) e “At the Outskirts of Humour” the 22nd Hamburg International Short Film Festival, Amburgo (2006) Kwanjiu Biennal, Biennale di Venezia “Campo”, 1995. Biennale 3 Montrèal 2002; MaXXI Roma, S.M.A.K Gent 2000.
GILBERTO ZORIO
Andorno Micca, 1944
Si forma all'Accademia Albertina di Torino.
Dal 1967 si attesta come uno dei primi esponenti dell'arte povera. Nel 1968 partecipa alla mostra Arte Povera curata da Germano Celant presso la Galleria de' Foscherari di Bologna. La sua prima personale è del 1969 a Parigi presso la Galleria Ileana Sonnabend, nel 1973 espone presso la Galleria Gian Enzo Sperone, nello stesso anno partecipa alla decima Quadriennale di Roma. Kunstmuseum di Lucerna nel 1976. Stedelijk Museum di Amsterdam 1979. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1978, 1980 nel 1986 sempre alla Biennale di Venezia con una sala personale. Dokumenta IX di Kassel nel 1992. Numerose sono state le esposizioni monografiche di cui è stato oggetto, tra cui quella al Centre Georges Pompidou (1986), al Museo dell'arte di Tel Aviv (1987), alle università di Filadelfia (1988) e di Berkeley (1992). Nel 2000 Galerie Guy Bärtschi, Ginevra, nel 2001 Dia Art Foundation, New York, Tate Modern, Londra, nel 2002 Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC; Walker Art Center Minneapolis MN; Museum of Contemporary Art Sydney NSW; Moca the Geffen Contemporary Los Angeles. Nel 2005 ZKM Museum für Neue Kunst & Medienmuseum, Karlsruhe, Fondazione Arnaldo Pomodoro Milano, sempre nel 2005 alla Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepubilk Deutschland Bonn. Zero to Infinity: Arte Povera 1962-1972 Tate Modern, London. Nel 2013 partecipa alla LV Biennale di Venezia.
Elementi ricorrenti delle sue opere sono le stelle, le lance, le pelli di animale. Filo incandescente (1970), giavellotto (1971), raggio laser (1975) sono i vettori d'energia che costruiscono di volta in volta la forma stellare. Alambicchi di vetro costituiscono alchemici processi di trasformazione. Non c'è però mai metafora, il rimando a qualcos'altro, a Zorio dell'immagine interessa la forza, non il valore simbolico, dei materiali, anche i più comuni, la possibilità di combinazione che genera positive conflittualità ed energetiche tensioni.
Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private :
Guggenheim Museum, New York City; Castello di Rivoli Museum of Contemporary Art, Torino, Italy; Dia: Chelsea, New York City; GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Trento, Italy; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Museum of Contemporary Art, Sydney, Australia; S.M.A.K. (Stedelijk Museum voor Actuele Kunst), Ghent, Belgium.
Past exhibitions:
Calzolari Piacentino Zorio - 2011
Le opere oscillano e fluidificano da un secolo al successivo 2016