SOPHIE KO
Sophie Ko (Tbilisi, 1981) Vive e lavora a Milano.
L’artista pone al centro dei suoi lavori la questione del tempo istituendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati – per lo più ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri – e le immagini create. Il mutamento e l’instabilità dei materiali in relazione allo scorrere del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica.
Una componente essenziale delle Geografie temporali è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. La gravità spinge la cenere a cadere, la fa precipitare e in questo senso, dunque, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio.
Il tempo della Geografia temporale come quello elargito da una clessidra non è solo il tempo della fine e della distruzione. La clessidra si svuota con il cadere della polvere, il tempo passa inesorabile; ma come cresce la sabbia sul fondo dell’ampolla inferiore, così la vita prende forma nel suo scorrere, nel suo rapportarsi alle forze naturali.
Le Geografie temporali intendono mettere in scena questo rapporto tra tempo e immagine fato di peso, di pressione, di gravità e di distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita rispetto alla macina del tempo. Le immagini non solo subiscono il tempo, ma segnano un tempo, gli danno forma, lo portano alla visibilità, lo riempiono di senso, gli danno vita.
Le Geografie temporali possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali .
Immagini e tempo
Le Geografie temporali nascono da una domanda in immagine sul tempo. Da sempre le immagini sono concepite nelle culture occidentali come una via privilegiata di accesso al tempo. Le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni; le immagini scompaiono, ritornano nel tempo e al tempo sopravvivono. Le immagini portano con sé anche un proprio tempo, con modalità diverse: le immagini parlano del tempo che vivono, ci mostrano la loro scomparsa, la loro coriacea resistenza o addirittura una gloriosa rinascenza alla furia distruttiva della storia.
Dove l’immagine brucia le ceneri
Georges Didi-Huberman invita a guardare le immagini del passato impegnandoci a sentire dove questa immagine ancora «brucia». Sentire dove l’immagine brucia, significa tentare di entrare in contato con il tempo dell’immagine, al di là della linea cronologica in cui siamo inseriti, al di là del tempo che è o non è passato, al di là del tempo delle parole che servono a definirla. Come si può sentire dove ancora l’immagine «brucia»? Scrive Didi-Huberman: «per sentirlo, bisogna osare, bisogna avvicinare il proprio viso alla cenere. E soffiare dolcemente perché labrace, al di sotto, ricominci a sprigionare il suo calore, il suo bagliore, il suo pericolo. Come se, dall’immagine grigia, s’elevasse una voce: “non vedi che brucio?”».
Proprio questo bruciare di cui parla Didi-Huberman è al centro Geografie temporali, la cui materia è ceneri di immagini bruciate degli antichi maestri, che non sono più solo semplici resti di immagini, ma tornano a rivivere come immagine. Nelle Geografie temporali il fuoco appare allo stesso tempo come forza distruttiva e come testimonianza della capacità di resistenza che l’immagine mostra ben oltre la sua dimensione di traccia. Così una Geografia temporale è un’immagine allo stesso tempo vecchia e nuova, fatta di mobili resti di altre immagini e nuove forme mutevoli. La cenere delle immagini bruciate è la fine dell’immagine, traccia di vecchie immagini, ma è anche un nuovo inizio; la materia di cui è fata l’immagine è sia il residuo di immagini passate, che il ritorno di un’immagine in una nuova forma. Come scrive Didi-Huberman in merito al concetto di «sopravvivenza delle immagini», l’immagine «brucia della memoria, vale a dire che essa brucia ancora, anche quando non è più che cenere: come a dire la sua essenziale vocazione alla sopravvivenza». Nelle Geografie temporali l’immagine continua a bruciare non solo come senso delle immagini scomparse, ma anche come figura che trae vita dalle spoglie di ciò che è distrutto. Il bruciare delle immagini è ciò che porta con sé la vita passata nel presente, è il crescere della vita che resiste alle forze distruttive del tempo.
Forza di gravità
Una componente essenziale delle Geografie temporali è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. La gravità spinge la cenere a cadere, la fa precipitare e in questo senso, dunque, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio.
Il tempo che segna una Geografia temporale è il tempo della distruzione, dell’esaurirsi della vita: per questa ragione si spiega la presenza della clessidra in ogni Vanitas, nei Momento Mori ed è legata alla nascita del genere Natura morta.
Ma il tempo della Geografia temporale come quello elargito da una clessidra non è solo il tempo della fine e della distruzione. Ernst Jünger nel Libro dell’orologio a polvere ha osservato che le atmosfere e le costellazioni di immagini a cui la clessidra rimanda sono duplici: da un lato l’orologio a polvere indica l’inesorabile finire della vita, è il simbolo del precipitare verso la fine di tute le cose terrene; dall’altro l’orologio a polvere concede all’uomo il tempo della meditazione, della profondità, dell’arte, dell’ozio. La clessidra si svuota con il cadere della polvere, il tempo passa inesorabile; ma come cresce la sabbia sul fondo dell’ampolla inferiore, così la vita prende forma nel suo scorrere, nel suo rapportarsi alle forze naturali.
Le Geografie temporali intendono mettere in scena questo rapporto tra tempo e immagine fato di peso, di pressione, di gravità e di distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita rispetto alla macina del tempo. Le immagini non solo subiscono il tempo, ma segnano un tempo, gli danno forma, lo portano alla visibilità, lo riempiono di senso, gli danno vita. Le Geografie temporali possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali del rapporto dialettico che intratteniamo con il tempo.
I pigmenti puri e le insorgenze delle immagini
La materia di altre Geografie temporali è pigmento puro: questi lavori acquisiscono una valenza simbolica di immagini a venire, rinviando appunto alle rinascenze, all’immagine pittorica come forma di anticipazione di senso. Si pensi, per esempio, ai marmi dipinti della tradizione pittorica rinascimentale: non sono una semplice mimesi dei marmi concreti, ma traggono vita molto più radicalmente da una pura volontà di figurazione. Il significato del mio tentativo di entrare in rapporto con le immagini del Rinascimento è da individuare ancora una volta nella temporalità specifica di quelle immagini, che non può essere ricondotta né a modelli predefiniti, né a una successione lineare del tempo. Nella vita delle immagini non si dà né una genesi né una scansione in cicli di nascita e di morte. Quello delle immagini è un tempo poroso che si manifesta per sopravvivenze, rimanenze, «ritornanze» delle forme, sicché le immagini del passato sono sempre pronte a insorgere nel presente.
SELECTED SOLO SHOW
2021
Il resto della terra - Galleria de’ Foscherari- Bologna
The Shape of Gold 9/12 Sophie Ko ,Metaxu, a cura di Melania Rossi Buildingbox - Milano
2020
Atti di resistenza, in Materie, spazi visioni, Building Gallery, Milano
2019
Geografie temporali, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia,
2018
Sporgersi nella notte, testi di Marina Dacci e Maurizio Guerri, Renata Fabbri arte contemporanea, Milano
Sporgersi nella notte. Atto uno, San Martino, testo di Luigi Gaspare Marcone, The Open Box, Milano
2016
Terra. Geografie temporali, con un testo di Federico Ferrari Materialismo estatico, Galleria de’Foscherari, Bologna, Italia
2015
Silva Imaginum, a cura di Federico Ferrari, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, Italia
2014
Solo Show, con un testo di Federico Ferrari Finis initium, AplusB Contemporary Art, Brescia, Italia
2013
Nel cielo dove qualcosa luccica, Museo Ettore Archinti, Lodi, Italia
2012
Geografia Temporale, Nowhere Gallery, Milano, Italia
2011
Ad altezza d’occhio, a cura di Maurizio Guerri, NuovoCIB – Galleria Formentini, Milano, Italia
SELECTED GROUP SHOW
Paso Doble . Dialoghi sul possibile, a cura di Pietro Gagliano - Fondazione Malvina Menegaz, Castelabasso – 2021,
Blocks. Storie di dialoghi oltre i limiti A cura di Daniela Brignone e Daniela Brignone - Albergo delle donne povere 2021 - Museo Riso d ‘arte Moderna e Contemporanea di Palermo .
Passages/paysages a cura di Roberto Lacarbonara - Palazzo Barbò Torre Pallavicina ( BG) 2021,
Breve storia di una nuova prospettiva in pittura, a cura di Alberto Zanchetta MAC Museo d’arte contemporanea di Lissone 2021,
Real Utopias, a cura di Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi - Manifesta 13 Marsiglia 2020 ,
La Galleria de’ Foscherari 1962 -2018 MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna - Project Romm - 2019 - 2020 ,
Vesuvio quotidiano universale, a cura di Anna Imponente, Certosa e Museo di San Marino , 2019 Napoli .
2018
Grand Tour en Italie, Porto turistico Villa Igea, a cura di Michela Eremita, Manifesta 2018, Palermo
IXION, La collezione, la sua evoluzione e la ricerca culturale al servizio della città, MAC Museo di Arte contemporanea di Lissone
Immagini ombre idee, a cura di Gaspare Luigi Marcone, The Open Box, Milano
“…et refaire le monde” Bea Bonafini, Sépàd Danesh, Sophie Ko, Octave Marsal, La Galerie Bessières, Chatou, 2018
Men at work/Women work Better, Bibo’s Place, Roma
Scacco matto, il grigio non esiste: solo bianco, solo nero, Bibo’s Place, Roma
Kahuna, curata da Leonardo Regano, promossa da Polo Museale dell’Emilia Romagna, Ex chiesa di San Mattia, Bologna
Dotland II a cura di Penisula, Berlino
Generation’s a cura di Ilaria Bignotti, Marignana Arte, Venezia
2017
Madeinfilandia 2017,a cura di Residenza Madeinfilandia, Pieve a Presciano
Storie e opere, Fondazione Malvina Menegaz per le Arti, Castelbasso
Fuocoapaesaggio, a cura di Gianluca d’Inca Levis e Giovanna Repetto, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore
The Hidden Dimension. Chapter II, a cura di Ilaria Bignotti, Galleria Marignanaarte, Venezia
Rosso Freddo, a cura di Festival Studi III, Milano
2016
Fracturae, a cura di Giorgia Galdaston, Palazzo Altan, San Vito al Tagliamento
Fine del possibile. Tra l’esausto e l’esaustivo, a cura di Frittelli Arte Contemporanea e Gruppo Quinto Alto, Firenze
Beyond Landscape, a cura di Andrea Lerda, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano
Xenia – Volume II, Sophie Ko & Alessandro Roma, a cura di Alberta Romano, Casa Bertoli-Borsani, Milano
2015
Les Sublimes, a cura della Fondazione Arthur Cravan and Cose Cosmiche, Milano Vetrina, a cura di SOAP and festival STUDI, Milano, Italia
2013
Castello 40. A case study, a cura di Fortunato D’Amico, Venicedocks, Venezia, Italia
2008
Schlaglichter, a cura di Paola Alborghetti, Ateliergemeinschaft Geh8, Dresda Maestros Y Discipulos, promossa dall’Accademia di Belle Arti di Brera, Museo Municipal De Bellas Artes G. Perez di Cordoba, Argentina
2007
QUI OBIJT ANNO MMVII, a cura di Umberto Cavenago, S. Carpoforo, Milano, Italia
2003
Transmission, promossa dall’ Associazione Arte senza Frontiere, a cura di Nino Danelia, Gallery Priestor for Contemporary Art, Bratislava, Slovacchia
AWARDS
2017
Finalista presso Academy Now, Londra
2016
Primo premio, Gran Premio della Pittura, curato da Alberto Zanchetta, MAC-Contemporary Art Museum, Lissone
2015
Selezionata presso Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligo
SPECIAL PROJECTS
2017
Residenza Made in Filandia, Pergine Valdarno
2016
Residenza Progetto Borca – Dolomiti Contemporanee, curated by Gianluca D’Incà Levis
2015
Residenza Carloforte, Italia
2005-2006
European Commission Giovani per l’Interculturalità presso Progetto Giovani, Padua
2003
Borsa di studio presso Accademia di Belle Arti di Brera, Milano